Nonostante tutto la premier inglese Liz Truss tira dritto e conferma il suo piano di tagli fiscali da 45 miliardi di sterline. “Abbiamo il piano giusto per rilanciare l’economia” ha detto la premier che ha poi indicato nella situazione internazionale e nell’ “invasione russa dell’Ucraina” la causa del terremoto degli ultimi giorni sui mercati britannici. Lo scorso 23 settembre la presentazione del piano, favorevole soprattutto ai ceti più abbienti e che rischia di essere finanziato esclusivamente a deficit, ha innescato un crollo della sterlina e l’esplosione dei rendimento dei titoli di Stato inglese, indicatore associato anche al livello di rischio dell’ investimento. La situazione è arrivata vicino ad un punto di rottura, quando si è palesata la possibilità che arrivassero le cosiddette chiamate di margine per i finanziamenti ottenuti dando in garanzia titoli britannici. Cosa che avrebbe costretto grandi investitori come i fondi pensione a disfarsi dei di titoli accentuandone il calo. La Bank of England ha deciso quindi di di intervenire annunciando un piano temporaneo di acquisto di titoli inglesi da 65 miliardi di sterline, rinnegando così la linea di politica monetaria restrittiva tenuta sino a quel momento. Grazie alla ciambella di salvataggio lanciata dalla Boe la sterlina ha recuperato terreno e il rendimenti dei titoli di Stato sono scesi.

La rinnovata determinazione di Truss rischia però di rompere la tregua in tempi rapidi. La sterlina oggi ha perso l’1%, (che non è poco quando si parla di una delle più importanti valute al mondo), il rendimento dei titoli decennali è risalito di 13 punti al 4,13%. Dall’annuncio del piano fiscale il rialzo dei rendimenti è stato di circa 150 punti ossia l’1,5%. Il piano del governo inglese è stato criticato anche dal Fondo monetario internazionale. “La natura delle misure probabilmente aumenterà le disuguaglianze” ha affermato il Fondo puntando il dito contro iniziative “non mirate” che non sono raccomandate alla luce dell’elevata inflazione. “E’ importante che la politica di bilancio non si contrapponga a quella monetaria”, mette in evidenza il Fmi. Parole di biasimo sono giunte anche dall’influente ex segretario al Tesoro americano Larry Summers che ha definito la manovra inglese “assolutamente irresponsabile”. Chi una rapida inversione a “U” l’ha fatta è invece il settimanale britannico The Economist controllato al 43% dalla Exor della famiglia Agnelli-Elkann. Tre settimane fa aveva valutato positivamente la determinazione e l’approccio improntato a misure radicali di Liz Truss. Il nuovo numero ha in copertina la premiere su una barca che affonda e titola “Come non si governa un paese”. Intanto secondo un sondaggio condotto da YouGov il gradimento del governo affonda, il partito laburista avrebbe in nelle intenzioni di voto un vantaggio del 33% sui conservatori di cui Truss è leader.

Beffarda la dichiarazione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che con le politiche monetarie imposte alla banca centrale del suo paese ha causato una fortissima svalutazione della lira e favorito il rialzo dell’inflazione fino all’80%. “La sterlina è saltata in aria” ha detto Erdogan. Il presidente turco ha dichiarato che la sua “guerra più grande è contro i tassi di interesse”, invitando la Banca centrale ad abbassare il proprio tasso di riferimento, che ora è al 12%, durante la prossima riunione del comitato per la politica monetaria, in programma il 20 ottobre. “L’inflazione diminuirà insieme ai tassi di interesse dopo la fine dell’anno”, ha dichiarato il presidente turco.

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