Nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio sono emersi nuovi elementi nelle indagini su quanto accaduto al ragazzo disabile caduto dalla finestra durante una perquisizione della polizia. L'appartamento è stato posto sotto sequestro, mentre la famiglia della vittima si è trasferita in un'altra zona
Hasib Omerovic, il giovane finito giù da una finestra mentre in corso controlli di polizia, è uscito dal coma ma è ancora in gravi condizioni. “È fortemente sedato e mostra deboli e intermittenti segni di interazione – ha spiegato il portavoce dell’Associazione 21 Luglio durante una conferenza stampa in corso alla Camera -. Secondo i medici non è possibile stabilire quanto e quali interventi dovrà subire. I tempi saranno estremamente lunghi”. “L’indagine non è più contro ignoti ma ha iscritti nel registro degli indagati, di cui però non conosciamo il nome” ha dichiarato durante una conferenza stampa a Montecitorio il legale della famiglia Arturo Salerni.
Proseguono quindi le indagini con l’ipotesi di tentato omicidio, su cosa sia accaduto all’interno dell’appartamento da cui il trentaseienne è precipitato il 25 luglio scorso, durante l’intervento della polizia. Ed emergono nuovi dubbi: “Sui vestiti di Hasib, ci poniamo un interrogativo, perché quelli consegnati alla famiglia non sono gli stessi che indossava quando è caduto dalla finestra”, spiega l’avvocato, che precisa come i pantaloni e le scarpe restituite dall’ospedale alla famiglia siano diversi da quelli che indossava il ragazzo. Nella ricostruzione dei fatti manca anche un altro passaggio: “Vogliamo sapere chi ha scattato quella foto di Hasib in terra”, precisa Salerni. L’appartamento, invece, è stato posto sotto sequestro, mentre la famiglia della vittima si è trasferita in un’altra zona, perché “vive ancora nella paura”.
C’è poi un video che potrebbe rappresentare un elemento significativo per le indagini. Il giorno dopo la caduta dalla finestra, la famiglia di Omerovic è andata al commissariato di Primavalle e il filmato riprende “due poliziotti che dicono di essere intervenuti il giorno prima in casa di Hasib. La mancata risposta del ministero dell’interno non aiuta, ma premeremo per una celere prosecuzione delle indagini”, ha dichiarato il legale. Gli agenti non si sono identificati quando sono entrati nell’appartamento: la perquisizione non è stata autorizzata dalla procura di Roma, anche se in caso di sospetto di armi o droga non è necessario. È da chiarire, invece, se trattata di una perquisizione coordinata da un funzionario o di una decisione dei quattro agenti in borghese. “Lo hanno picchiato con il bastone, è caduto e hanno iniziato a dargli i calci. È scappato in camera e si è chiuso, loro hanno rotta la porta. Lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù”, aveva raccontato la sorella della vittima. Gli agenti di polizia si sarebbero presentati a casa di Omerovic in seguito a presunti comportamenti molesti del ragazzo, che erano stati denunciati sui social da alcuni abitanti del quartiere.