I giocatori hanno dimostrato la loro solidarietà quando durante l'inno nazionale hanno deciso di indossare un giubbotto nero per coprire le maglie. Poi sono arrivati anche i messaggi via social: "Mi vergogno (come iraniano) quando vedo le foto degli ultimi giorni"
La nazionale di calcio maschile dell’Iran appoggia la proteste delle donne scoppiata nel loro Paese dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale per aver violato il rigido codice di abbigliamento islamico e uccisa il 16 settembre scorso. I giocatori avevano già dimostrato la loro solidarietà prima dell’amichevole giocata martedì 27 settembre in Austria contro il Senegal, quando durante l’inno nazionale hanno deciso di indossare un giubbotto nero per coprire le maglie. Durante la gara, terminata 1 a 1, a segnare è stato tra l’altro Sardar Azmoun, giocatore del Bayern Leverkusen in Bundesliga, che si era già espresso a sostegno delle proteste: “Spero solo che un giorno le donne in Iran avranno lo status che meritano“, aveva detto l’attaccante 27enne.
Dopo Azmoun e dopo il gesto plateale in diretta televisiva, altri giocatore della nazionale hanno espresso solidarietà alle proteste nel Paese. “Siamo sempre dalla parte delle persone che al momento non chiedono altro che i loro diritti fondamentali“, ha scritto il centrocampista Alireza Jahanbakhsh su Instagram. Jahanbakhsh, che gioca per il Feyenoord nei Paesi Bassi, in precedenza non aveva potuto commentare le proteste perché non gli era stato consentito l’accesso a Internet durante il ritiro della nazionale in Austria. Anche l’attaccante Mehdi Taremi si è pronunciato su Instagram dopo la repressione delle proteste. “Mi vergogno (come iraniano) quando vedo le foto degli ultimi giorni”, ha scritto il 30enne. La violenza è inaccettabile e sicuramente non risolverà i problemi del Paese, ha aggiunto l’attaccante del Porto.