Il cantautore debutta come solista con l'album “Ama il prossimo tuo come te stesso”, dove canta l'amore ma anche la guerra e punta il dito contro la classe intellettuale “inetta” e la “scena alternativa italiana, asfittica e fascista, piena di regole”. No a Sanremo 2023 in gara e dà un consiglio paterno ai Maneskin
Trent’anni di carriera (25 con gli Afterhours) e la voglia di “libertà” di essere sé stessi e di esprimersi. Manuel Agnelli mette in soffitta (“ma potremmo tornare tra cinque anni”) il progetto Afterhours per dedicarsi alla sua musica. E la nuova musica di Agnelli, contenuta nel primo disco solista “Ama il prossimo tuo come te stesso”, in uscita il 30 settembre, racchiude suoni di coperchi, catene, scatole di cartone, bidoni della spazzatura, bottiglie di plastica e sacchi da boxe. “Durante il lockdown – racconta l’artista – mi sono ritrovato da solo a casa e ho iniziato a scrivere cose, senza alcun progetto. Ho suonato qualsiasi cosa. Alla fine mi sono reso conto che avevo un album tra le mani, così ho chiamato un gruppo di musicisti e produttori e abbiamo completato l’opera. È successo ed ero felicissimo”. La parola chiave è “libertà” e il cantautore lo spiega bene: “Liberarmi da una certa idea di me stesso. In tutti questi anni sono stato felicemente sposato con gli Afterhours, poi ho avuto la lunga parentesi televisiva con X Factor. Ho sentito l’esigenza di essere libero nei confronti di ciò che avevo già fatto. Gli Afterhours non sono una gabbia in negativo, sono una gabbia dorata quando devi decidere di fare delle cose diverse da quella che hai fatto in passato. Non eravamo una vera e propria band, ma un progetto musicale che si è sviluppato negli anni. Ora è tutto in stand by, voglio dare spazio alla mia musica. Poi chissà magari tra cinque anni ci rivedremo”.
Nel nuovo singolo “Milano con la peste” si parla inevitabilmente di Covid: “Mi ricordo che quando avevamo la mascherina, si guardavano molto gli occhi. La parte più vera di noi tutti. Mi sembrava che la gente prendesse coscienza di quello che stava succedendo e che avrebbe messo in risalto il lato migliore del proprio carattere. Questa cosa non è successa completamente”. Nel brano “Severodonetsk” il riferimento è alle guerra, Ucraina compresa: “Si parla troppo di geopolitica e non di diritti umani e vite spezzate. Questa è una canzone provocatoria visto che molti hanno parlato di guerra in maniera personale e non dei civili e della gente che muore. Questa tendenza dei media l’ho trovata una cosa devastante. In questo modo non ci rendiamo conto di quello che sta accadendo. Quello che è accaduto in Albania, negli Anni 90, a pochi km da noi non ci ha insegnato nulla”. C’è anche un attacco potentissimo a certa ‘intellighenzia’ in “Proci”: “Grazie al mio lavoro in tv ho avuto modo di frequentare alcuni salotti culturali. Mi ha colpito il fatto che ci fossero tanti piccoli megafoni di persone che esprimevano il loro punto di vista, senza condividere. Insomma una classe intellettuale inetta che viene da 30 anni di destrutturazione culturale. Questa canzone è anche un ritratto della scena alternativa italiana, asfittica e fascista, piena di regole, che non servono a niente, messe da chi senza quel ruolo non avrebbe rilevanza”.
Il discorso poi si sposta sull’attualità con le recenti elezioni politiche che hanno visto il trionfo della Destra: “Sono sempre stato di Sinistra. Questa è l’occasione per ricostruire un’identità su una visione che sia contenuto e non solo vittoria elettorale”. Sui ragazzi emergenti nella musica: “Troppa gente, in questi anni, ha fatto musica per avere il consenso degli streaming. Per fortuna sto notando che c’è una nuova generazione che compone e sta tornando a pensare ai contenuti”. Il Festival di Sanremo 2023? “ Dipende dai soldi (ride, ndr). Comunque non in gara tra i Big. Sanremo l’ho già vinto con i Maneskin”. E proprio a Damiano e soci, Manuel rivolge un consiglio paterno: “I Maneskin credo che funzionino fino ad adesso per una serie di motivazioni magiche e non per progetti fatti bene. Credo sia pericoloso fare un cambiamento a qualcosa di magico. C’è gente che li tira per la giacchetta. Sono troppo giovani e non credo che se ne rendano conto. Sono convinto che è importante che qualcuno si prenda delle responsabilità per loro, ma non basta. Ci sarà tempo per parlane”. La nuova “vita” di Manuel Agnelli comprende l’impegno su Radio24 la domenica sera alle 19, la preparazione per il tour che partirà il 3 dicembre, mentre a marzo 2023 Agnelli sarà protagonista a teatro col musical “Lazarus”, ideato da David Bowie.
Foto Hugo Weber