La prima volta di Giorgia Meloni da premier in pectore è un’uscita “olimpica”: un incontro in un hotel romano con Thomas Bach, n.1 del Cio e grande capo dello sport mondiale, e il solito Giovanni Malagò. Un incontro inatteso, e per certi versi insolito, che è servito a tutti i convitati al tavolo: al Cio, per ribadire l’urgenza di un intervento sui Giochi di Milano-Cortina 2026, in ritardo clamoroso; alla leader di Fratelli d’Italia, per confermare l’intenzione di puntare sullo sport e continuare ad accreditarsi a livello internazionale. E poi al “mediatore” Malagò, che ha già cominciato ad accreditarsi col governo che verrà.

Agli addetti ai lavori è saltata subito agli occhi la sgrammaticatura istituzionale dell’incontro. Vedere il Cio – che ai tempi del governo gialloverde e della feroce battaglia sull’autonomia dello sport rifiutava proprio di interloquire con Palazzo Chigi (solo con il Coni, spiegavano da Losanna) – incontrare ora nemmeno il premier ma quella che formalmente è ancora solo una parlamentare senza incarichi istituzionali, la dice lunga sulla straordinarietà della situazione. Bach, che era già stato in Italia due settimane fa per ricevere il “collare d’oro” e tutte le feste del carrozzone sportivo italiano, di nuovo a Roma per una visita ufficiale in Vaticano, non poteva andarsene un’altra volta senza ricevere rassicurazioni sulle Olimpiadi Invernali 2026. Sua, infatti, l’iniziativa di richiedere un incontro. Prontissimo l’intervento di Malagò per organizzarlo.

La situazione a Milano-Cortina è praticamente disperata: i lavori sulle infrastrutture sono in alto mare, mentre la Fondazione accumula perdita ed è stata pure decapitata della sua governance, dopo che il governo Draghi ha silurato in piena estate il vecchio amministratore Vincenzo Novari ma non ha nominato ancora il nuovo. Il colloquio, di oltre un’ora, è servito soprattutto per fare il punto sulla situazione. Bach ha ribadito l’urgenza di una svolta, Meloni ha confermato l’impegno dell’Italia: “Può contare su di noi”. Parole che devono aver soddisfatto il Cio, vista la nota diramata al termine dell’incontro: “Siamo impegnati in una collaborazione molto stretta e fidata, per rendere questi Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026 un clamoroso successo”.

Al netto delle frasi di rito, a questo punto è lecito aspettarsi un’accelerata nella nomina del nuovo amministratore delegato: lo stesso Bach aveva spiegato che non sarebbe stata opportuno farla pochi giorni prima delle elezioni, ma ora col risultato chiaro delle urne non c’è più motivo di attendere. Potrebbe essere lo stesso Draghi ad anticipare quella che sarebbe di fatto la prima nomina del governo Meloni: il nome sul tavolo da settimane è quello di Andrea Abodi, attuale n.1 dell’Istituto del Credito Sportivo che Fratelli d’Italia avrebbe voluto candidare già a sindaco di Roma.

Ma l’incontro è servito anche a molto altro. È stata, ad esempio, l’occasione per “sparlare” di Virginia Raggi: Meloni, che fu candidata e sconfitta proprio alle amministrative che elessero sindaca la 5 stelle, non ha mancato di ricordare come lei si fosse schierata a favore della candidatura di Roma 2024, poi bocciata dalla grillina (di qui il riferimento nella nota del Cio al “forte sostegno al Movimento Olimpico che ha dimostrato per molti anni durante la sua carriera politica”). Con Fratelli d’Italia, invece, i Giochi di Milano-Cortina sono al sicuro: del resto, i grandi eventi sportivi erano stati espressamente inseriti nel programma elettorale, e quest’incontro non ha fatto altro che confermarlo. Il resto dipenderà invece da chi prenderà la delega sullo sport. E qui sono già cominciate le grandi manovre di Malagò, che certo non vuole ritrovarsi scoperto politicamente col prossimo esecutivo: per il Coni, e il suo presidente, un ministro (o sottosegretario) di Fratelli d’Italia offrirebbe ad esempio senz’altro più garanzie rispetto alla Lega di Giancarlo Giorgetti o a Forza Italia di Paolo Barelli (nemici storici di Malagò). Intanto, ha già propiziato un incontro istituzionale, con tanto di foto di rito e sorrisi smaglianti. Non male, per un governo che non è nemmeno ancora nato.

Twitter: @lVendemiale

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