L’ex assessore alla mobilità di Roma, Guido Improta, è stato prosciolto con la formula “perché il fatto non sussiste” insieme ad altri 9 imputati nell’ambito del procedimento per abuso d’ufficio per i lavori della Metro C. I fatti risalgono al 2014 e secondo l’accusa la procedura d’urgenza per i lavori aveva procurato un “ingiusto vantaggio patrimoniale” a Metro C. Di diverso avviso il gup di Roma, Bruno Azzolini che, nonostante fossero abbondantemente superati i tempi della prescrizione, ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti dei 10 imputati, tra cui Improta, “perché il fatto non sussiste”. “È un risultato che riabilita il dottor Improta dopo un lungo percorso giudiziario stabilendo l’assoluta correttezza del suo operato e di tutta la vicenda” sottolineano all’Adnkronos i difensori, gli avvocati Nicoletta Piergentili e Gian Piero Biancolella. L’inchiesta risale al 2104 e riguardava la presunta lievitazione dei costi, procedure e tempi di consegna. I pm di piazzale Clodio avevano notificato il 415 bis nel luglio del 2018 a 25 persone. Il fascicolo era stato aperto dopo una nota del collegio sindacale di Roma Metropolitane che nell’agosto del 2013 denuncia all’allora sindaco Ignazio Marino criticità alla sottoscrizione dell’accordo transattivo del 2011.

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