E’ un aneddoto raccontato da Katie Nicholl, nota firma del Daily Mail, nel suo ultimo libro ‘The New Royals’
Sai che soddisfazione? Un bullo ti tormenta e tu gli rispondi: “Mio padre sarà Re, quindi è meglio che stai attento”. Non è un privilegio che tocca a tutti. Ma al principino George, il figlio di William, sì. E all’esuberante compagno non rimane altra scelta di ritirarsi in buon ordine. Con le orecchie basse. E’ un aneddoto raccontato da Katie Nicholl, nota firma del Daily Mail, nel suo ultimo libro ‘The New Royals’. Dopo la morte di Elisabetta II, il mondo letterario del Regno Unito è ovviamente invaso di libri sulla monarchia che promettono rivelazioni. E c’è spazio anche per i racconti che riguardano i piccoli rampolli della Casa Reale. Come questo. Alla Thomas’s Battersea di Londra anche a George è toccato essere vittima di bullismo, in particolare da parte di un ragazzino particolarmente aggressivo. Ma lui, il principino, a nove anni è già perfettamente consapevole del suo status. Con un sola espressione l’ha rimesso in riga. Chi mai vorrebbe scontrarsi con l’arrabbiatura di un papà che sarà Re?
I figli di William e Kate Middleton, George e Charlotte del Galles, sono consapevoli del loro ruolo di privilegio. Lo sono anche se la madre e il padre li hanno sempre educati ad affrontare un’esistenza il più normale possibile. Anche al fratello minore Louis. Rivela Katie Nicholl: “Stanno crescendo i figli, in particolare il principino George, con la consapevolezza di chi è e del ruolo che erediterà. Ma nello stesso tempo sono desiderosi di non appesantirli con il senso del dovere”. Non è chiaro quando William e Kate abbiano iniziato a raccontare al figlio quel che lo aspetta da grande. Ma lo storico Robert Lacey ha raccolto delle voci e delle testimonianze e sembra che lo abbiano fatto sin dall’età di sei anni. Nel modo più soft possibile. Perché non è facile, a sei anni, comprendere il destino da protagonista di quella che per tutti gli altri coetanei è soltanto una fiaba.
Certo. La loro esistenza si scontra comunque con i doveri imposti dal lignaggio. Come le cerimonie ufficiali. Anche nelle tappe più dolorose: hanno partecipato alla lunga e solenne funzione per rendere omaggio alla loro bisnonna. Sono stati composti ed educati durante il funerale. Papà e mamma hanno valutato a lungo se sarebbero stati in grado di affrontare un’emozione così forte. Alla fine hanno capito che sì, l’avrebbero potuto fare, lasciando a casa solo Louis, troppo piccolo. Sono i fardelli di un ruolo regale così importante. Ma che riserva anche delle soddisfazioni. Come quella di dare una bella lezione a un bullo con una frase soltanto.
Simona Griggio