Da quando Enrico Letta, dopo la sconfitta alle urne, ha convocato il congresso e annunciato che non si ricandiderà per guidare il Pd, il nome di Stefano Bonaccini è uno di quelli che hanno subito iniziato a circolare come possibile successore. E il presidente dell’Emilia-Romagna per ora non esclude la possibilità di diventare il prossimo segretario dei democratici: “Io mi candiderò alla segreteria del Pd se capirò che può essere utile“, dice ospite a Otto e mezzo su La7. Secondo Bonaccini, il tempo delle candidature è ancora lontano perché “fare il congresso prima della fine dell’anno è impossibile”. Anche per questo, si dice infastidito dalle “autocandidature di questi giorni”. E sulle future alleanze, anche con il M5s, dice: “Dopo il voto, io penso che sia indispensabile discutere con tutti quelli che si troveranno in un’alleanza progressista“.
Il tema principale della sua intervista a Otto e mezzo resta la débâcle del Pd alle elezioni politiche: “Non servirà il nome di Bonaccini o di un altro se non affrontiamo i problemi cruciali. Se ragionassi solo sulla chiave di una mia vittoria, mi sarei potuto candidare già alle Europee, ma non ragiono così”, afferma Bonaccini. “Non sono importanti i nomi – sottolinea – e ho poco apprezzato alcune autocandidature di questi giorni perché Enrico Letta ha proposto di riflettere. Dobbiamo prima capire in che direzione si vuole andare“. Con le autocandidature “non andiamo lontano”. Per quanto riguarda il futuro congresso, “bisogna conciliare un tempo giusto per fare un largo coinvolgimento e non sostituire un segretario ad un altro. Quindi a gennaio o febbraio, nel giro di pochi mesi, ma dandoci il tempo di discutere e di rigenerarci”. E alla domanda su Schlein, che è sua vice in Emilia-Romagna, Bonaccini risponde: “Abbiamo un ottimo rapporto, stiamo facendo tante cose buone assieme. Non so cosa vorrà fare ma sono contento che il Pd si apra a persone come lei o Speranza”.
Secondo il governatore, quindi, adesso per il Pd è importante “fare opposizione“. “Ci farà bene perché in questa legislatura abbiamo governato senza mai vincere elezioni. Ma il Pd dovrà fare un’opposizione intelligente: aiutare nei provvedimenti che servono al Paese ma opporsi in maniera molto dura e intransigente laddove riteniamo possano scassare il Paese, compromettere diritti acquisiti o non dare risposte giuste. Perché oggi ho sentito che vogliono cambiare il Pnrr, ma non sanno di cosa parlano perché serve invece urgentemente un tavolo per le bollette”, spiega Bonaccini.
“Abbiamo perso le elezioni perché, io penso, non avevamo un profilo forte e un’identità precisa. Dovremmo allearci con chi condivide un programma riformista e progressista, per poter battere le destre alle urne. Il Pd deve essere un partito di sinistra, radicato sul territorio e presente con le persone”. “Il Movimento 5 Stelle – aggiunge Bonaccini – ha dimezzato i voti rispetto alle politiche 2018 ma hanno preso voti non più anti-establishment ma di chi cercava protezioni. E questo ci deve far riflettere”. Quanto a possibili alleanze, proprio coi pentastellati, Bonaccini ripete che si era tutti d’accordo nel non fare l’alleanza elettorale con il M5s: “Dopo la caduta del governo Draghi non era pensabile ricucire con loro”. Tuttavia, precisa, “dopo il voto, io penso che sia indispensabile discutere con tutti quelli che si troveranno in un’alleanza progressista“.
L’annuncio sulla pillola abortiva – Infine, Bonaccini annuncia che la pillola abortiva Ru486 “verrà distribuita in Emilia-Romagna dalla prossima settimana”, riferendosi alla distribuzione nei consultori della regione. La pillola abortiva Ru486 – diversa dalla pillola “del giorno dopo” – si può al momento prendere solo in strutture sanitarie: in Emilia-Romagna in day hospital dal 2005 e da fine 2021 in ospedale anche in regime ambulatoriale. Con la distribuzione della pillola abortiva Ru486 nei consultori della regione “si parte la prossima settimana – ha spiegato Bonaccini – da Parma, poi Modena, Bologna, la Romagna e tutto” il territorio. “Ci son regioni che ho l’impressione non vogliano farlo – aggiunge – Questo è il punto. Noi dobbiamo discutere di questioni che riguardano i cittadini, i loro diritti, le loro preoccupazioni“, conclude il governatore.