Se a gennaio 2021 una famiglia milanese spendeva circa 7 euro al giorno per riscaldare la propria abitazione di 70 metri quadrati, questo inverno ne spenderà 21. Il triplo, nonostante gli interventi del Governo. A Roma, nei dieci giorni più freddi dell’inverno, la bolletta del gas di una casa di 110 metri quadrati potrebbe costare fino a 36 euro al giorno. Costo che scende a 27 euro al giorno a Palermo, dove la temperatura più fredda è di oltre 8 gradi superiore a quella di Milano. Sono alcune delle stime elaborate da Ecco, il think tank italiano indipendente per il clima, sul caro bolletta del gas nel prossimo inverno per tre abitazioni tipo di 38, 70 e 110 metri quadrati in tre città italiane: Milano, Roma e Palermo. L’analisi prende a riferimento il prezzo del gas di settembre per stimare il costo della bolletta a fine inverno, il costo giornaliero di riscaldamento e la differenza rispetto all’inverno 2019/20, l’ultimo prima della pandemia. “Cifre preoccupanti” commenta Matteo Leonardi, co-fondatore e direttore esecutivo delle Politiche nazionali di Ecco, che sottolinea come le variabili in gioco siano molte. “Impossibile definire con certezza i prezzi del gas per il prossimo inverno – aggiunge – ma le nostre stime confermano che lo sforzo economico per famiglie e imprese sarà ingente, indipendentemente dai sostegni assicurati dall’intervento pubblico”.

Che cos’è e come è cambiato il ‘Punto di scambio virtuale’ – L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) non ha ancora aggiornato il valore del prezzo del gas di ottobre, rimandando i dati a a inizio novembre. Le bollette del gas sono indicizzate al cosiddetto Punto di Scambio Virtuale (PSV) e l’analisi di Ecco prende a riferimento il valore del Psv di settembre 2022. Si tratta, come spiega il think tank, di una piattaforma di scambio tra domanda e offerta del mercato, ma non una borsa vera e propria. Dunque non ha le caratteristiche di trasparenza e pubblicità di una borsa. Eppure si qui si definisce il prezzo del gas all’ingrosso e, in base a questo, i fornitori valutano il prezzo della materia prima gas da applicare ai finali. “Questo rende il PSV inappropriato – commenta Ecco – poiché al suo prezzo sono indicizzate le tariffe italiane di gran parte delle offerte nel mercato libero e ora anche le tariffe di tutela. Se riteniamo, malgrado la sempre maggiore interconnessione tra i mercati, che serva un indice mediterraneo del gas, occorre che questo si inserisca in un mercato trasparente e che il suo valore sia facilmente monitorabile dal consumatore finale”. Nei primi dieci giorni del mese, il Psv registrava valori oltre i 200 euro a megawattora, scesi intorno ai 180 €/MWh nei successivi dieci giorni. Tanto per avere un’idea: a settembre 2019, il gas costava 13 euro a megawattora. Negli ultimi giorni di settembre il Punto di scambio virtuale è ulteriormente sceso sino a 80 euro per megawattora, avvicinandosi a normali dinamiche di domanda e offerta del mercato.

L’analisi di Ecco: forte legame tra mercati e tensioni geopolitiche – Dinamiche nuovamente influenzate dagli eventi del Mare del Nord e dal sabotaggio del gasdotto Nord Stream. “Il forte legame tra le dinamiche dei mercati e le tensioni geopolitiche è causa dell’incertezza sull’andamento del prezzo, e la situazione non sembra destinata a cambiare nei prossimi mesi” spiega Francesca Andreolli, ricercatrice del programma energia di Ecco, che parla di “un inverno difficile, e non per una tanto paventata mancanza di volumi di gas – il livello degli stoccaggi ha raggiunto il 90% -, ma per il costo della materia prima”. Rincari importanti, nonostante gli oltre 50 miliardi di euro impiegati dal Governo Draghi a sostegno di famiglie e imprese. Se i prezzi dovessero rimanere attorno ai valori attuali, l’azzeramento degli oneri di sistema e la riduzione dell’IVA al 5% nella bolletta gas serviranno ben poco a ridurre la spesa energetica delle famiglie.

I casi di Milano, Roma e Palermo – Di fatto, secondo le stime di Ecco, a Milano per riscaldare, cucinare e produrre acqua calda sanitaria (ACS) nel periodo che andrà da novembre a marzo in un’abitazione di 38 metri quadrati in classe energetica G (quella in cui ricade il maggior numero di abitazioni in Italia) si spenderanno circa 800 euro in più rispetto allo stesso periodo dell’anno pre-Covid 2019-2020; in una casa di 70 metri quadrati, circa 1540 euro e in un’abitazione di 110 metri quadrati si spenderanno circa 2400 euro in più. “Prendendo a riferimento il costo giornaliero per la temperatura media del periodo invernale nelle tre città selezionate – spiega Ecco – vediamo come il costo per l’uso del gas per abitazioni superiori ai 70 metri quadrati è sempre a due cifre, con prezzi critici per le abitazioni più grandi. A Milano, per esempio, a fronte di una temperatura esterna di 8 gradi nel periodo invernale, il costo giornaliero atteso per riscaldare gli ambienti interni a 20° di un’abitazione di 110 metri quadrati è di 27 euro. Tra novembre e marzo, il costo medio subirà un incremento stimato del 200 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019-2020. A Roma, sarà di 23 euro e a Palermo di 16 euro.

Quanto costa il gap tra classi energetiche – “L’antidoto per questi prezzi è l’efficienza energetica e la riforma della fiscalità. Avere oggi una casa in classe energetica A – spiega Matteo Leonardi – permette di ridurre il costo della bolletta gas di due terzi rispetto alla classe G”. Di fatto, se si prende come punto di riferimento sempre l’abitazione da 110 metri quadrati, le cifre scendono decisamente con la classe energetica A. A Milano da 27 a 9 euro, a Roma da 23 a 8 euro, a Palermo da 16 a 6 euro. Una differenza notevole anche con le abitazioni più piccole. In quelle da 70 metri quadrati, a Milano, si passa dai 17 euro della classe G ai 6 della classe A, a Roma da 15 a 5 euro e a Palermo da 10 a 4 euro. Il ruolo della componente fiscale delle bollette energetiche sarà un altro tema da affrontare per il prossimo Governo. Prima dell’aumento dei prezzi dell’energia, infatti, vi era un forte sbilanciamento tra degli oneri fiscali e ambientali tra i due vettori energetici che, favorendo fortemente il gas, ne incentivava il consumo a scapito di una maggior penetrazione delle pompe di calore e di altre opzioni di elettrificazione più efficienti e pulite. A prezzi pre-crisi, ricorda il think tank, nelle bollette gas gli oneri ambientali e fiscali erano circa tre volte più bassi di quelli dell’elettricità. Con gli interventi di sostegno del governo (riduzione dell’IVA sul gas dal 10-22% al 5% e l’azzeramento degli oneri di sistema sull’elettrico), la situazione è cambiata. “La crisi – aggiunge Leonardi – deve essere anche un’occasione per una revisione e ridistribuzione delle componenti fiscali e parafiscali delle tariffe energetiche per favorire l’elettrificazione dei consumi finali e garantire un gettito per finanziare l’efficienza energetica nelle abitazioni italiane”.

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