A poco meno di un anno dallo svelamento di una indagine su una ipotizzata concorsopoli, la procura di Milano ha chiuso le indagini elative a procedure concorsuali di selezione per i posti di professore e ricercatore universitario indette dall’Università degli Studi di Milano Statale, che nell’ipotesi accusatoria sono risultate oggetto di turbativa. Dall’originario procedimento penale “sono stati formati autonomi fascicoli processuali in relazione alle singole vicende concorsuali, e sono stati quindi notificati gli avvisi a venticinque indagati” tra cui- come riporta l’Ansa – l’infettivologo Massimo Galli, già primario del reparto di Malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano, professore ordinario presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’università Statale di Milano, nonché volto noto in tempi di pandemia e di Covid.
“Le ulteriori posizioni per le quali vi è stata iscrizione nel registro degli indagati sono rimaste nel procedimento principale e verranno definite separatamente”, si precisa nella nota del procuratore di Milano Marcello Viola. L’ipotesi accusatoria risulta fortemente ridimensionata rispetto a quella iniziale” affermano i difensori dell’infettivologo, gli avvocati Ilaria Livigni e Giacomo Gualtieri, che oggi hanno ricevuto la notifica della chiusura indagini. Lo scienziato risponde solo di un episodio, per il quale gli è stato contestato il reato di falso e turbativa. I due legali hanno aggiunto che “dopo aver avuto la copia” degli atti “faranno le loro valutazioni”. Un anno fa invece al professore erano contestati quattro episodi e l’associazione a delinquere.
L’episodio contestato a Galli riguarda anche Agostino Riva, suo stretto collaboratore e che fu il candidato vincente nel 2020 di un “concorso” per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente. Secondo l’ipotesi d’accusa, Galli avrebbe alterato il “concorso”, come era emerso dagli atti, intervenendo come componente della “commissione giudicatrice” sul verbale di “valutazione dei candidati”: in questa veste avrebbe attestato che il “prospetto contenente i punteggi attribuiti fosse il risultato del lavoro collegiale” nel corso di una riunione da remoto del febbraio 2020, mentre, risulta dagli accertamenti, sarebbe stato “concordato” solo dopo. Per l’accusa, sarebbe stato lo stesso Riva a indicare i “punteggi” che doveva attribuirgli la commissione. Chi si era visto penalizzato, Massimo Puoti del Niguarda, però, aveva comunque manifestato, dopo la notizia dell’indagine in corso, la “massima stima” nei confronti di Galli. Le altre contestazioni al professore, compresa quella iniziale anche per lui di associazione per delinquere, sono state stralciate in vista di una richiesta di archiviazione. Con la conclusione delle indagini i pm hanno pure ridimensionato altre imputazioni per altri indagati. Con il blitz del 2021 erano state indagate 33 persone, tra cui molti docenti universitari. Poi il numero di indagati è salito ancora e alla fine sono rimaste 25 posizioni nelle chiusure dei vari fascicoli ‘creati’. Le altre sono destinate a richieste di archiviazione.