Durante la puntata di ieri sera del Grande Fratello Vip si è tolto diversi sassolini dalle scarpe e ha deciso di raccontare la sua verità. Alfonso Signorini è infatti voluto entrare nel dettaglio della storia che il costumista delle dive aveva anticipato qualche settimana fa, proprio in una lunga intervista a Chi
“Mi hanno dato dell’untore perché ho l’Hiv: ho sofferto troppo, adesso dico basta”: un fiume in piena Giovanni Ciacci, che durante la puntata di ieri sera del Grande Fratello Vip si è tolto diversi sassolini dalle scarpe e ha deciso di raccontare la sua verità. Alfonso Signorini è infatti voluto entrare nel dettaglio della storia che il costumista delle dive aveva anticipato qualche settimana fa, proprio in una lunga intervista a Chi, nella quale prima di entrare nel reality ha fatto coming out sulla sua sieropositività. E non sono mancate anche le frecciatine a vetriolo contro una conduttrice che si comportò scorrettamente con lui, riferendo ad un direttore di rete la sua malattia.
LO SFOGO DI GIOVANNI CIACCI: “MI CHIAMANO UNTORE”
“Se ho accettato e se ho voluto espormi raccontando questa storia, grazie a te, è per far capire che ancora c’è il pregiudizio e lo stigma. La gente pensa che si attacca con un bacio, che si attacca dormendo assieme, andando nello stesso bagno”. È cominciato così il “faccia a faccia” a distanza tra Giovanni Ciacci e Alfonso Signorini, che ha voluto sottolineare come oggi l’Hiv non sia più sinonimo di morte, che le cure ci sono (anche se sono costose, per quanto pagate dal sistema sanitario nazionale, e molto pesanti) e che un sieropositivo può condurre una vita normale. Poi il costumista dal pizzetto blu ha fatto alcune rivelazioni inaspettate, in particolare su ciò che è accaduto dopo l’intervista a Chi. “Mi sono arrivati tanti messaggi: mi scrivevano untore, una parola di manzoniana memoria… facevo finta di non leggerli ma ci stavo di un male che non hai idea”, ha confessato a Signorini. “Ma ti rendi conto la gravità e l’ignoranza? Io non sono un untore: io sono una persona che sta bene, che si cura e che può fare una vita normale!”
IL PREGIUDIZIO E LA VOGLIA DI LASCIARE LA TV
Ciacci non si è nascosto e ha confessato di aver vissuto il pregiudizio sulla sua pelle, anche in ambito lavorativo, tanto che ad un certo punto era così demoralizzato da voler lasciare il mondo dello spettacolo. E ha rivelato: “Non saprò mai dove sta la verità ma ad un certo punto un mio ex agente mi dice: ‘Non ti fanno lavorare perché sei sieropositivo’. E io ho detto: ma come, se fino a due giorni prima lavoravo, ora non lavoro più perché ho detto questa cosa. Ma è follia!”. Proprio in quel momento ha deciso di uscire pubblicamente allo scoperto, per abbattere il pregiudizio e per raccontare la sua verità: “Basta pregiudizi verso di me, verso le trans, basta con lo stigma dell’Hiv deve essere sconfitto!”.
LA COLLEGA CHE CHIESE AD UN DIRETTORE DI NON FARLO PIÙ LAVORARE
Ma c’è un altro dettaglio che ha innescato la curiosità dei telespettatori, tanto che in molti sui social si sono chiesti chi sia quella conduttrice di cui hanno parlato sia Ciacci che Signorini, che si è comportata da delatrice nei confronti del costumista. “Hai detto che c’era anche una tua collega, con la quale lavoravi, che ha avvisato un direttore di rete dicendo ‘guarda che lui è sieropositivo, non farlo più lavorare’”. Ciacci ha precisato: “A me questa frase mi è stata riferita. Ringrazio però questa persona: se questa persona così ignorante l’ha detto, io sono comunque qui a poterlo raccontare”. Decisamente migliore è stata la reazione di sua mamma, che gli è sempre stata vicina: “Io mi sono curato, non ho mai avuto problemi, sono sempre stato bene. La vita di mia mamma è stata dura. Fino a quando potevo non darle un’angoscia ho evitato… ma quando glie l’ho detto, mi ha risposto ‘sono con te al tuo fianco in qualsiasi battaglia’”. Ciacci ha poi aggiunto di ritenersi fortunato perché “fin dal primo momento ho avuto la possibilità di farmi curare, perché sono stato preso in tempo. L’importante è diventare a viremia zero: il virus nel mio sangue non c’è più”. “Potresti teoricamente fare l’amore con il tuo compagno senza preservativo”, ha aggiunto Signorini. “Io potrei tagliarmi e spruzzare sangue addosso e non succederebbe niente”. E ancora: “Con la sieropositività una volta si conviveva, adesso si vive. La scienza ha fatto i miracoli. Però mi raccomando, perché è un’infezione che riguarda tutti, non solo gli omosessuali ma donne, uomini, tutti. E la cosa più importante è la prevenzione”.