Salvatore Buzzi torna in carcere, Massimo Carminati resta libero e potrebbe essere affidato ai servizi sociali. E’ questo l’ultimo atto dell’inchiesta sul Mondo di mezzo, otto anni dopo i due blitz che terremotarono il mondo politico e giudiziario romano. Ieri infatti la Cassazione ha confermato le condanne per quelli che sono i due protagonisti dell’inchiesta: 12 anni e 10 mesi l’ex ras delle cooperative e 10 anni per l’ex estremista nero.

I militari del Ros, col supporto in fase esecutiva del gruppo carabinieri di Lamezia Terme, hanno arrestato nella tarda serata di ieri Buzzi, che era destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Roma a seguito della pronuncia della Suprema corte. Buzzi è stato condannato associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di valori: deve espiare la pena residua di 7 anni e 3 mesi. L’ex ras delle coop capitoline, nel momento in cui é stato arrestato, era a Lamezia Terme perché ospite della cooperativa sociale “Malgrado tutto“, dove era arrivato nei giorni scorsi. Buzzi è stato portato nel carcere di Catanzaro.

Resta al momento libero Carminati: dopo la pronuncia degli ermellini non è scattata alcuna misura per l’ex Nar, perché dovrà essere calcolato il tempo che ha già trascorso in carcere con la pena residua e la buona condotta. Tutto ciò potrebbe far scendere la condanna da scontare a meno di quattro anni facendo scattare così l’affidamento ai servizi sociali da parte del Tribunale di Sorveglianza di Roma. Carminati ha già scontato cinque anni di detenzione. “La condotta carceraria di Carminati, così come quella successiva, è stata irreprensibile. Anche alla luce dei 2 anni in regime di detenzione al 41 bis per un’accusa rivelatasi poi infondata, confidiamo che gli venga concesso l’affidamento in prova”, sostengono i suoi difensori, gli avvocati Francesco Tagliaferri e Cesare Placanica.

Ieri con la sentenza dei supremi giudici, che hanno accolto le richieste della procura generale della Cassazione, sono state confermate le condanne decise nell’Appello bis nel marzo 2021. Processo a cui si era arrivati dopo che la Suprema Corte il 22 ottobre del 2019 aveva fatto cadere per tutti gli imputati il 416 bis, l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafiosa, originariamente ipotizzata dalla procura di Roma. E’ per questo motivo che in un primo momento i giornali avevano ribattezzato l’inchiesta con una locuzione destinata ad avere successo: Mafia capitale. E invece l’accusa di mafia non ha retto alla prima sentenza della Suprema corte. Nonostante tutto, però, adesso per Buzzi si sono riaperte le porte del carcere. Carminati, invece, potrebbe riuscire a ottenere l’affidamento ai servizi.

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