L'ex vice-primario, che si faceva chiamare 'angelo della morte', era accusato della morte di 13 persone, tra il 2011 e il 2014
Fine pena mai per Leonardo Cazzaniga, l’ex vice primario del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, in provincia di Varese, accusato di aver somministrato farmaci letali a diversi pazienti tra il 2011 e il 2014. Ci sarà l’appello ter solo in relazione ad un’accusa di omicidio, mentre tutte le altre sono state confermate. Il medico anestesista, che si faceva chiamare ‘angelo della morte‘, era accusato della morte di 13 persone, tra il 2011 e il 2014.
Lo scorso 8 luglio i giudici della V sezione penale della Cassazione, dopo una lunga camera di consiglio, avevano rigettato il ricorso dei difensori e avevano confermato la condanna dell’infermiera Laura Taroni – arrestata con Cazzaniga di cui era l’amante all’inizio del caso – a trent’anni per l’omicidio del marito, Massimo Guerra, e quello del madre. Maria Rita Clerici. Entrambi i decessi, secondo l’accusa, sarebbero stati provocati con un mix letale di farmaci. Movente l’odio per il marito, ostacolo ormai ingombrante alla relazione con Cazzaniga, all’epoca aiuto primario del pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno, dove la donna prestava servizio come infermiera.
Agli atti dell’inchiesta mote intercettazione anche quella in cui Cazzaniga era preoccupato e parlando con Taroni aveva detto: “Secondo te potrei essere accusato di omicidio volontario? (…) Se si documenta che ho praticato l’eutanasia…io non sono neanche l’unico” e aveva risposto: “L’eutanasia è un’altra cosa (…) Cioè tu firmi e ti fanno un cocktail di farmaci (…) loro non riuscivano nemmeno a respirare”. Cazzaniga a quel punto aveva capito la gravità delle sue azione: “E allora è omicidio volontario (…) potrei venire accusato“.