di Giovanni Ceriani

Fase 1 – Tirare dentro i Cinquestelle nel governo Draghi con precise e non rifiutabili promesse, per poi cuocerli a fuoco lento, tradendole una per una. Tenere fuori la Meloni dal governo per farle fare una finta opposizione. Impedire che i Cinquestelle vadano all’opposizione, perché farebbero una vera opposizione, sputtanando tutto il giochino.

Fase 2 – Nel momento in cui i Cinquestelle provassero ad andare all’opposizione, e quindi potessero fare vera opposizione, anche togliendo voti alla Meloni, far immediatamente cadere il governo e, meglio ancora, sciogliere pure il Parlamento. Obiettivo: andare ad elezioni il prima possibile, con i Cinquestelle al loro punto più basso possibile e senza possibilità, da parte loro, di riorganizzarsi (vedi Avvertenza 1).

Fase 3 – Fingersi traditi, buttare fuori i Cinquestelle dall’alleanza progressista e puntare tutto sul falso voto utile tra loro contro il falso nemico delle destre (vedi Avvertenza 2). Costruire una campagna elettorale bipolare, e (per blindare il tutto) far passare Renzi-Calenda per il Terzo polo, così che i Cinquestelle non possano nemmeno essere percepiti, inquadrati, tematizzati. Insomma, un falso bipolarismo, con terzo polo amico.

Fase 4 – Mandare la Meloni al governo per farle fare il lavoro sporco (eliminare tutte le migliori conquiste giallorosse, non potendolo fare loro direttamente) e nel frattempo, una volta compiuto l’ennesimo Conticidio, ripulirsi la coscienza e la fedina politica, cambiando segretario, piangendo lacrime di coccodrillo e ripartendo con una simpatica operazione di red-washing e antifa-washing con la altrettanto simpatica Elly Schlein.

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Avvertenza 1 – Fare in modo che tutto ciò accada attorno a Ferragosto in modo che non sia possibile riorganizzare la riscossa. Puntare tutto sull’astensionismo e magari far votare in un giorno solo.

Avvertenza 2 – Mettersi d’accordo con la Meloni sul senso di questo scambio di favori e impostare una campagna bipolare tra queste due finte alternative per schiacciare la Lega da una parte (bene) e i Cinquestelle dall’altra (male).

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Variazione 1 – In tutto questo, e come carta intermedia, provare a cambiare la leadership Cinquestelle, azzoppando in tutti i modi Conte e celebrando in tutti i modi Di Maio.

Variazione 2 – In caso non avvenisse il cambio di vertice, operare una scissione interna con il gruppo di Di Maio e offrendo agli scissionisti la candidatura nelle proprie liste (Pd).

Variazione 3 – Tradire questi stessi accordi con Di Maio in caso di mancato successo dell’operazione di eliminazione Conte e 5S.

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Antefatto 0 – Condividere tutto questo durante le amene sessioni estive dei meeting di Cielle di Rimini, tra un brainstorming e un business plan.

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