“Adesso pensiamo al governo, le elezioni per la Lombardia sono dopo, c’è anche il Lazio”. Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, arrivando sabato mattina al Villaggio Coldiretti a Milano ha provato a togliere dal tavolo la grana più grossa che deve affrontare il centrodestra dopo la vittoria alle elezioni politiche: il prossimo candidato al Pirellone e lo scontro aperto tra Letizia Moratti e Attilio Fontana. Le trattative sulla squadra di governo a Roma e quelle sul futuro della Lombardia a Milano però finiscono inevitabilmente per intrecciarsi. Certamente ne avranno discusso direttamente Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, durante il faccia a faccia tra i due leader di sabato mattina, che ufficialmente si è svolto “in un clima di grande collaborazione e unità di intenti“. Unità di intenti che però non sembra esserci sul Pirellone: Moratti ha parlato di “un accordo” per una staffetta tra lei e l’attuale governatore, che invece Fontana ha negato.
Chi ha promesso il passaggio di testimone all’attuale vicepresidente e assessora al Welfare? E cosa è cambiato dopo? Per Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, c’è la “certezza che quando Letizia Moratti è stata chiamata per sostituire Giulio Gallera, le venne assicurato che dopo Fontana ci sarebbe stata lei al vertice della Lombardia”. Intervistato da La Stampa, Albertini spinge per Moratti e lascia presagire un suo ruolo nella futura lista civica in appoggio alla candidatura. Ma soprattutto fa i nomi di chi avrebbe fatto la promessa: “Chiaro che non credo ci sia stato un contratto o un’obbligazione. Ma penso che, soprattutto da parte di Berlusconi, questo impegno ci sia stato, avvalorato anche da Salvini e Fontana“. Più o meno è la stessa versione che viene riportata da Il Domani, citando fonti interne al centrodestra milanese. In questo racconto i rapporti sono invertiti: a dare la sua parola per un passaggio di consegne tra Fontana e Moratti era stato Salvini, con il via libera da parte di Berlusconi.
Nel frattempo però tante cose sono cambiate, soprattutto nei rapporti di forza interni al centrodestra: “Quando Moratti venne chiamata in Lombardia la Lega aveva il 26 per cento in Lombardia e Fratelli d’Italia il 13, ora i rapporti si sono ribaltati e bisognerà vedere anche cosa dirà FdI”, ragiona Albertini. Dopo la débâcle alle urne, è stato proprio Salvini ad aprire il fronte, dicendo in conferenza stampa che il candidato della Lega in Lombardia sarebbe stato ancora Fontana. Letizia Moratti a quel punto ha deciso di rendere pubblico lo scontro, proprio con l’obiettivo – spiegano le stesse fonti a Il Domani – di far sì che il via libera arrivi da Roma, tramite il puzzle di poltrone che riguardano i vari ministeri. Meloni aveva subito provato a disinnescare tutto, offrendo proprio a Moratti la Sanità. Ma l’assessora ha rifiutato, vuole il Pirellone. Per la leader di FdI, quindi, questa è la prima vera prova per la tenuta del centrodestra a sua guida: quando fu siglato il patto con Moratti, Meloni non era al tavolo, ma ora avrà l’onere di trovare una soluzione.