I mercati finanziari non sono imprevedibili e pazzi, sono solo capaci di leggere le “conseguenze” di ogni fatto economico, politico e sociale con largo anticipo rispetto anche ai più autorevoli analisti ed opinionisti. Che non ne indovinano una!
In oltre trenta anni che frequento questo mondo, si contano sulle dita di una mano, le previsioni centrate su eventi in larga parte annunciati. Con il senno di poi tutti bravi ma un mercato finanziario si può definire prevedibile se riesco a fare previsioni riguardo alla variazione dei prezzi di quell’attività finanziaria in un determinato arco temporale che risultano affidabili in una percentuale di casi che hanno rilevanza statistica.
L’ultimo esempio lo abbiamo avuto questa settimana. Lunedì, all’indomani della vittoria alle elezioni politiche della coalizione di centrodestra, quando sembrava 8nelle previsioni degli analisti) che dovesse crollare il mondo sui mercati finanziari, il principale indice azionario, il Ftse Mib, con il +0.67%, è stato, invece, uno dei migliori del panorama europeo.
Eppure, sempre e solo ragionando a posteriori, la lettura, secondo quanto riferito da Francesco Casarella, Italian Site Manager di Investing.com, era abbastanza semplice: l’aspetto che i mercati hanno valutato positivamente è stata l’assenza di incertezza da ingovernabilità per il fatto che in base ai risultati, questo governo ha i numeri e la maggioranza necessari per mettere in piedi le riforme, senza entrare nel merito delle stesse, del proprio programma.
Anche per quanto riguarda il mercato obbligazionario, seppure i rendimenti dei nostri titoli di Stato (il btp a 10 anni ad oggi è sopra il 4.5%) siano in salita, dobbiamo riconoscere che questo aumento è stato abbastanza generalizzato in tutta Europa, laddove anche i più sicuri titoli tedeschi o francesi hanno visto aumentare i rendimenti.
Su questa particolare categoria di investimenti, da inizio anno in profondo rosso, sarà comunque indispensabile la solita ancora di salvezza della Banca Centrale europea, che pubblicamente ha comunque già dichiarato di essere pronta a intervenire qualora ci fosse un nuovo panico da spread. Ed allora champagne?
Eh no, perché mentre il parco buoi correva a comprare, da martedì ad oggi (giovedì), l’indice Ftse ha perso oltre il 3%! Un cambio di direzione che, sempre secondo gli esperti, è dovuto al fatto che per vedere una vera ripresa strutturale occorre una maggior chiarezza sulla approvazione della legge di bilancio 2023 e sul possibili modifiche al piano Ngeu che il governo entrante potrà negoziare con l’Ue.
Ed allora, cari analisti finanziari, fateci capire e fate pace con i vostri pensieri: questi benedetti mercati finanziari sono prevedibili o no? Una questione di natura “filosofica” la cui soluzione, in base alla mia esperienza, posso riassumere nella seguente considerazione: è conveniente sempre, anche quando i novelli George Soros (quanti si scateneranno leggendo questo articolo) sostengono previsioni “quasi certe”, operare come se i mercati finanziari fossero, di fatto, sempre imprevedibili!