Restano a zero i flussi di gas dalla Russia verso l’Italia. Ieri Gazprom ha annunciato di aver completamente fermato le forniture a causa di problemi burocratici con le autorità dell’Austria attraverso cui transitano i gasdotti che arrivano al Tarvisio. Vienna ha smentito. Eni ha affermato di essere al lavoro per risolvere il problema. I flussi dalla Russia erano comunque su livelli molto bassi, quasi azzerati, ormai da giorni. L’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov è stato convocato dalla Farnesina anche per parlare della situazione oltre che dei sabotaggi al gasdotto Nord stream avvenuto in acque danesi. Stamane le autorità della Danimarca hanno affermato che le fuoriuscite di gas dalle 4 falle sembrerebbero essersi arrestate. Il ministro dell’Energia russo, Aleksandr Novak, ha detto che teoricamente la funzionalità del Nord Stream può essere ripristinata. “Non ci sono mai stati incidenti di questo genere. Ma c’è la possibilità tecnica di ripristinare l’infrastruttura. Ci vorrà tempo e denaro. Ma sono sicuro che sarà possibile capire come farlo“, ha affermato.
Tornando all’Italia e allo stop delle forniture russe il ministro della Transizione energetica Roberto Cingolani ha affermato che “Bisogna distinguere i timori economici-inflattivi per il costo dai timori sulle quantità di gas. In Italia in questo momento stiamo esportando. Oggi ci sono oltre 40 milioni di metri cubi di gas per gli stoccaggi e tra i 18 e i 20 milioni esportati”. In questa fase l’Italia consuma relativamente poco, i condizionatori sono spenti e i riscaldamenti non sono ancora accesi mentre gli stoccaggi sono pieni al 90%. Il gas che arriva da Algeria, Azerbaigian e altri fornitori in questo momento è sin abbondante nonostante lo stop a quello russo. Ma nelle prossime ore la situazione è destinata a cambiare.
Quanto al nulla di fatto a livello europeo sullo introduzione di un tetto comune al prezzo del gas, Cingolani ha detto: “Nelle prossime 48 ore mandiamo la nostra proposta” per ridurre il prezzo del gas e l’obiettivo comune è quello di arrivare al prossimo vertice dei capi di Stato e di governo europei di Praga il 6 e 7 ottobre con “una decina di linee concordate”. Lo ha affermato il ministro della Transizione, Roberto Cingolani, a Mezz’ora in +. L’ipotesi ragionevole, ha ribadito, è quella di “indicizzare il prezzo del gas agganciandolo a Borse un po’ più stabili” rispetto al Ttf, “che non ha nulla a che vedere con la situazione reale e con i meccanismi di domanda offerta”. “E’ il momento per un indice europeo che sia più veritiero”, ha aggiunto.