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Robbie Williams e la malattia mentale: “Se avessi fatto il falegname avrei avuto comunque problemi ma forse quel settore non è così intenso…”

Il cantautore si racconta al Corriere della Sera in una lunga intervista: "Mi sono sentito perso per la maggior parte del tempo e i miei pensieri sono stati perlopiù 'tutto questo è troppo opprimente. Perché mi sento così? Come faccio a smettere? Dove mi trovo? Madre aiutami'"

di F. Q.

25 anni di carriera da solista, un album (XXV) dal buon successo, una data del tour a Bologna (2o gennaio 2023), Robbie Williams di vita da raccontare ne ha e lo fa in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. Non risparmiando le difficoltà: “Mi sono sentito perso per la maggior parte del tempo e i miei pensieri sono stati perlopiù ‘tutto questo è troppo opprimente. Perché mi sento così? Come faccio a smettere? Dove mi trovo? Madre aiutami’. Direi che mi sono sentito così per 20 di questi 25 anni“. Poi, la consapevolezza: “Non c’è un modo (per venirne fuori, ndr), quindi ho imparato a conviverci. Il problema principale è stato ritrovarsi ad avere una malattia mentale all’interno di un’industria come quella musicale che a sua volta ti provoca problemi mentali. Se avessi fatto il falegname, avrei comunque avuto problemi mentali, ma probabilmente quel settore non è così intenso come passare la vita sotto i riflettori”. Momenti bellissimi, certo, ce ne sono stati: “Non so dove ero o quando è stato che mi sono sentito alle stelle, ma so che è successo, so che molte persone hanno scelto di dirmi che ho fatto un buon lavoro e ancora scelgono di dirmelo, amandomi quando sono sul palco, e ciò fa sentire molto potenti, è bellissimo. Molte persone hanno scelto invece di dirmi che mi odiano e disprezzano tutto ciò che rappresento, il che non fa sentire particolarmente bene. Ma mi piace pensare che il primo aspetto possa prevalere sull’altro, se io lo voglio”.

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