Una lunga intervista al Corriere della Sera: Andrea Roncato si racconta e non può non parlare della sua immagine da “vitellone romagnolo”, negli anni ’80 ma non solo. Certo, quegli anni se li ricorda bene: “Io, Gigi, Diego Abatantuono, Jerry Calà, Umberto Smaila, Ninì Salerno e Franco Oppini prendevamo in affitto una villona con parco tutti insieme. Bei tempi quelli, cinquemila persone a sera a sentirci. Io e Gerry ci scambiavamo le auto per fingerci ricchi, lui mi cedeva la station wagon, io la Lancia Beta Montecarlo. Che feste, certe notti invitavamo le go-go girls, le ragazze immagine delle discoteche della Riviera, e si buttava l’amo. A volte il pesce abboccava, a volte no”. Roncato, attore che si è diviso tra film d’autore, commedie pop, fiction, smentisce di aver detto di aver avuto 500 donne: “Fesserie, mai detto, e poi le donne non si contano”. Certo, rivendica il fatto che Moana Pozzi lo votò 7 definendolo “una bella storia di sesso”: “E le sarò sempre grato, è come l’abbraccio accademico del rettore. Ci frequentammo per sei mesi nel 1985, non faceva ancora la pornodiva, l’avevo conosciuta sul set de I pompieri. Oltre che bella, era intelligente e profonda, sapeva parlare di tutto, dal calcio alla filosofia“. E oggi, il 75enne ha trovato l’amore? Sì, con Nicole che ha sposato nel 2017: “Mi capisce, mi prende come sono, pregi e difetti, non ho bisogno di cancellare messaggi dal telefonino, la vita del playboy in effetti fa schifo. Collezionare furiosamente donne, auto e orologi è da insicuri, da poveracci”.