Suo figlio Mirko aveva ucciso Andrea, il figlio del boss. E poche ore fa a morire è stato Gerardo Tammaro, il papà del presunto omicida.

Era il 3 settembre quando Mirko Tammaro fu accusato di aver annegato nel sangue la vita di Andrea Gaeta per via di una ragazza – evidentemente equiparata a un vaso di ceramica – il cui possesso, diciamo così, era stato oggetto della fatal contesa.

La sfortuna di papà Gerardo ha voluto che il competitor del giovane Mirko fosse il giovane Andrea, figlio del boss di Orta Nova, Francesco Gaeta detto anche Spaccapallini.

Un nome in alto nella gerarchia della feroce quarta mafia del foggiano, la corda criminale che tiene legati cittadini e istituzioni, e che invero li sta oramai annettendo al ruolo di ascari che – inebetiti dal frastuono delle pistole e dei fucili – sono consegnati alla paura e al silenzio.

I sicari che oggi hanno stampigliato la vendetta nel corpo di Gerardo, il padre dell’omicida del mese scorso, danno il senso della sciagura infinita di quella terra.

Da riferire, perché se ne abbia il giusto contesto, che all’indomani della morte violenta del figlio del boss il sindaco di Orta Nova (Mimmo Lasorsa) aveva avuto l’idea di proclamare il lutto cittadino (sic!) benché il questore si fosse affrettato a vietare funerali pubblici.

Normale amministrazione comunque. Un altro morto ammazzato viene riferito dalle cronache locali, alle quali il legame di parentela col boss viene perfino taciuto confermando la cifra di un terrore oramai deflagrato e ingovernabile.

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