“Le azioni intraprese a livello nazionale hanno importanti ricadute sugli altri Stati membri, quindi un approccio coordinato a livello europeo è più che mai cruciale”. Sono le parole del commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, al termine dell’Eurogruppo a Lussemburgo. Un messaggio di critica al piano di aiuti messo a punto dalla Germania ribadito in una lettera firmata insieme al collega francese Thierry Breton. Anche se durante la conferenza stampa Gentiloni prova a correggere il tiro affermando che “questo non è il momento di dare colpe a questo o quello sforzo da parte dei singoli Stati membri” per cercare di contrastare il caro energia, dalle pagine del Corriere.it e del francese Les Echos, i commissari Ue per l’Economia e il Mercato interno criticano apertamente “il massiccio pacchetto di aiuti da 200 miliardi di euro deciso dalla Germania (pari al 5% del Pil)”. Se da un lato, scrivono, “risponde alla necessità – da noi invocata – di sostenere l’economia“, dall’altro “solleva anche degli interrogativi“: “Come possono gli Stati membri che non hanno gli stessi margini di bilancio sostenere le imprese e le famiglie?”, chiedono Gentiloni e Breton.

Dopo aver passato in rassegna le sfide che l’Europa ha affrontato e continua ad affrontare (dalla crisi finanziaria a quella migratoria, passando per la pandemia e i lockdown, fino alla guerra in Ucraina e “l’interruzione delle catene di approvvigionamento globali aggravata dalla nostra dipendenza dall’energia e dalle materie prime“) i commissari europei sottolineano la risposta dei Paesi Ue è più efficace se “mostriamo solidarietà”. Se l’esperienza della pandemia è stata superata grazie “all’imponente piano di ripresa NextGenerationEU, al fondo europeo di sostegno all’occupazione Sure e al successo della gestione comune dei vaccini“, la crisi energetica e l’aumento dei prezzi ci “rimettono di fronte a un bivio“. Per questo Gentiloni e Breton chiedono di “riaffermare – nella volontà e nell’azione – i principi di solidarietà e di azione comune“.

Così l’iniziativa tedesca pone dei rischi: “Dobbiamo evitare più che mai – scrivono – di frammentare il mercato interno, di creare una corsa ai sussidi e di mettere in discussione i principi di solidarietà e di unità che sono alla base del nostro progetto europeo”. “Per superare le falle causate dai diversi margini di manovra dei bilanci nazionali sottolineano – dobbiamo pensare a strumenti mutualizzati a livello europeo. Solo una risposta di bilancio europea ci permetterà, sostenendo l’azione della Bce, di rispondere efficacemente a questa crisi e di calmare la volatilità dei mercati finanziari”. Così il “meccanismo Sure” viene considerato da Gentiloni e Breton una misura alla quale ispirarsi “per aiutare gli europei e gli ecosistemi industriali nell’attuale crisi”, così da diventare “una delle soluzioni a breve termine che apre la strada a un primo passo verso la fornitura di ‘beni pubblici europei’ nei settori dell’energia e della sicurezza, che è l’unico modo per dare una risposta sistemica alla crisi”. L’idea di mettere in campo un sistema di prestiti come il Sure, era stata proposta dal premier Mario Draghi a giugno aprendo a Parigi la riunione ministeriale dell’Ocse.

La necessità di muoversi in modo coordinato e solidale è il principio che è stato condiviso dai ministri delle Finanze della zona euro riuniti a Lussemburgo. Nella riunione dell’Eurogruppo l’esempio dell’azione Ue durante la pandemia è stato sempre più citato, nonostante gli Stati più frugali non vogliano sentir parlare di un Recovery bis per l’Energia. Il mantra ripetuto da Bruxelles è che gli aiuti pubblici devono essere temporanei e mirati alle aziende che sono più colpite dal caro-bollette. Il rischio è che la rincorsa ai sussidi spinga ancora di più l’inflazione, ormai arrivata al 10%, e aumenti il debito. “È essenziale agire insieme in Europa di fronte alla crisi energetica”, ha detto il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire. L’Ue deve agire “unita” contro la crisi energetica, come ha fatto contro la Covid-19, ha sottolineato la ministra dell’Economia spagnola Nadia Calvino.

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