Crolla a settembre la salute del settore manifatturiero tedesco: l’indice destagionalizzato S&P Global Pmi (Purchasing managers’ index) è sceso dal valore di 49,1 (registrato ad agosto) a 47,8, il dato più basso dal giugno 2020. Le condizioni economiche, si legge nel report dell’agenzia di rating, peggiorano in tutto il settore a causa del forte calo dei nuovi ordini e dell’impennata dei prezzi dell’energia, che accelera l’inflazione. Il livello dell’indicatore, sottolinea S&P, è il più basso registrato dal termine della prima ondata di Covid, che l’aveva fatto precipitare fino a 35.
???????? Germany’s Manufacturing #PMI slipped to a 27-month low of 47.8 in September (Aug: 49.1), marking a further contraction in operating conditions as new orders fell. Soaring energy prices drove up the rate of input cost inflation to a 3-month high. More: https://t.co/iACqokEuBH pic.twitter.com/gimBcFc72R
— S&P Global PMI™ (@SPGlobalPMI) October 3, 2022
A causare il declino, si legge ancora, è stata l’accelerazione del crollo degli ordini. A settembre i flussi di nuovo lavoro per la manifattura tedesca sono calati per il sesto mese di fila, e il calo è stato il più pesante da maggio 2020. L’impennata dei prezzi e le previsioni economiche in peggioramento, infatti, hanno spinto sempre più clienti a cancellare o posticipare gli ordini. “Se la domanda continuerà a scendere nei prossimi mesi, come le aziende si aspettano, affrontare gli alti costi diventerà sempre più difficile, riducendo al minimo i margini“, commenta Phil Smith, Economics associate director at S&P Global market intelligence.