Un attacco gelido a due delle misure bandiera sventolate dalla Lega di Matteo Salvini in campagna elettorale. E implicitamente una specie di apertura di credito a Fratelli d’Italia, azionista di maggioranza del nuovo governo. È una sorta di riposizionamento quello del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. A otto giorni dalle elezioni politiche, il numero uno di viale dell’Astronomia è intevenuto sul dibattito pubblico, mettendo subito le mani avanti: “Non mi esprimo sul risultato elettorale. A votare sono gli italiani e non le imprese. Noi non tifiamo nè per uno e nè per l’altro. Proponiamo le misure e giudichiamo cosa viene fatto”. Poi, però, ha lanciato il suo attacco: “Non possiamo permetterci immaginifiche flat tax e prepensionamenti. Non vogliamo negare ai partiti di perseguire le promesse elettorali ma oggi energia e finanza pubblica sono due fronti emergenza che non possono ammettere follie per evitare l’incontrollata crescita di debito e deficit“. Parole chiaramente dirette al partito di Salvini, che ha largamente promesso la flat tax (come anche Forza Italia) e un ritorno a quota 100. Un attacco, quello di Bonomi, che appare ancora più esplicito se si pensa che il presidente di Confindustria ha parlato durante l’assemblea degli industriali di Varese, storica roccaforte leghista.

Le reazioni del centrodestra – E infatti alle parole di Bonomi replicano vari rappresentanti della coalizione che ha vinto le elezioni. “Il programma del centrodestra sulla flat tax è ben preciso: noi prevediamo, così come faremo, una flat tax sul reddito incrementale e di portare a 100 mila la flat tax per gli autonomi dalle attuali 65 mila. Questo è quello che c’è scritto nel programma, non c’è scritto di più e sicuramente con la prima legge di bilancio non ci sarà di più, anche perché non ci sarebbero i tempi per farlo”, dice il senatore di Fratelli d’Italia e responsabile del programma, Giovanbattista Fazzolari. Pure Federico Freni, sottosegretario all’Economia della Lega, dice che la flat tax potrebbe essere varata “direttamente in legge di bilancio, allo Stato non dovrebbe costare più di tanto, sotto al miliardo“. Più netta la replica Claudio Borghi: “Non fare flat tax e tenersi la Fornero? No grazie. Prima ancora della partenza del prossimo governo già arrivano gli inviti a non fare quello per cui i cittadini ci hanno votato. Ringraziamo Confindustria per la sua opinione sempre gradita e siamo dispostissimi ad ascoltare suggerimenti e idee per migliorare questi provvedimenti. La Lega ha tanti difetti ma ha un pregio: quando prende un impegno con i cittadini prima di un’elezione poi proverà in ogni modo a mantenerlo”, dice il parlamentare del Carroccio. Più moderato Flavio Cattaneo di Forza Italia, che sostiene come da Bonomi non sia arrivata “una bocciatura definitiva” sulla flat tax, ma “vista la situazione del momento Bonomi pone delle priorità in cui ci ritroviamo, perché le risposte concrete sul tema bollette devono arrivare oggi stesso”.

Le richieste di Confindustria al governo – E se da una parte Bonomi ha bocciato la flat tax, dall’altro ha lanciato le sue proposte al nuovo esecutivo, che deve formarsi “nei tempi più rapidi possibili”. “Il prossimo governo deve avere ben chiaro che bisogna salvare il sistema industriale italiano dalla crisi energetica. È un tema di sicurezza nazionale. Migliaia di aziende sono a rischio, centinaia di migliaia di posti di lavoro e di reddito per le famiglie”. Quindi ha praticamente suggerito di usare tutte le dotazione economiche per aiutare le imprese: “Tutte le risorse disponibili, escluse quelle per i veri poveri, vanno concentrate lì, perché senza industria non c’è l’Italia“, ha detto, ricordando che “il nuovo governo potrà contare su ulteriori 170 miliardi del Pnrr ancora da spendere, se si continuerà a metterlo a terra, senza contravvenire al contratto sottoscritto con l’Unione europea. Una cifra gigantesca al cui confronto – ha osservato – riallocare 4-5% del totale della spesa pubblica ordinaria non è un’impresa impossibile, anzi”.

Nato e scelta Atlantica – Sull’energia, il presidente di Confindustria ha auspicato un intervento comunitario: “L’Italia da sola non ce la può fare: servono misure europee a cominciare dal tetto al prezzo del gas. Servono misure condivise che superino i veti sin qui posti, non solo da Orban, ma da Germania e Olanda”, ha detto Bonomi, che sul tema dell’energia ha insistito particolarmente: “Il tetto al prezzo deve essere tutto il gas, non solo quello esportato dalla Russia, soprattutto ora che il gas russo sta venendo meno. Serve anche una sospensione del mercato Ets: riteniamo assurdo che i fondi speculativi possano operare su questo mercato e serve un indice diverso sul mercato Ttf olandese”. Poi non ha risparmiato un attacco alle scelte della Germania: “Serve un’Europa che condivida sforzi e misure esattamente come si è dimostrata capace di fare sul fronte delle sanzioni. Non si può essere uniti sulle sanzioni e poi sull’energia ogni Paese fa da solo, lasciando i Paesi più esposti, come l’Italia, che non ha risorse proprie”. In coda ha chiesto al nuovo governo il “rispetto delle regole di bilancio, la scelta atlantica, l’adesione alla Nato, il rispetto dello stato di diritto”.

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