Cinema

Morta Piccola Piuma, rifiutò l’Oscar assegnato a Marlon Brando. Solo pochi mesi fa le scuse dell’Academy per essere stata esclusa da Hollywood

“Sono apache”, spiegò dal palco la ragazza facendo subito intendere che avrebbe dovuto leggere un lungo intervento preparato da Brando sul modo con cui Hollywood e la tv statunitense rappresentavano negativamente i nativi americani nei film

di Davide Turrini

Addio Piccola Piuma. La nativa americana celebre per essere salita sul palco nella Notte degli Oscar del ’73 al posto di Marlon Brando per rifiutare l’Oscar vinto dall’attore per Il Padrino è morta a 75 anni a seguito di un cancro al seno. Sacheen Littlefather, al secolo Marie Louise Cruz, una volta che Roger Moore e Liv Ullman lessero il nome di Brando come vincitore salì sul palco del Dorothy Chandler Pavillon vestita con un lungo abito e un’acconciatura da pellerossa, rifiutò l’Oscar allungato dalle mani di Moore e poi lesse un discorso che venne ridotto ad un minuto per volere del produttore dello show, Howard Koch. “Sono apache”, spiegò dal palco la ragazza facendo subito intendere che avrebbe dovuto leggere un lungo intervento preparato da Brando sul modo con cui Hollywood e la tv statunitense rappresentavano negativamente i nativi americani nei film. “Brando è costretto a rifiutare questo generoso premio per il trattamento che l’industria del cinema riserva alla rappresentazione dei nativi americani nonché per i recenti avvenimenti di Wounded Knee (la clamorosa protesta degli indiani nell’inverno del ’73 avvenuta nei luoghi del massacro indiano de 1890 ndr)”, aveva spiegato tra diversi fischi e qualche applauso Piccola Piuma. Successivamente la ragazza potè leggere il discorso in conferenza stampa. Discorso che il New York Times pubblicò per intero.

Anche Brando stesso, autore assente del clamoroso gesto del rifiuto, un paio di mesi dopo apparendo al Dick Cavett Show assieme a tre nativi americani sottolineò le ragioni di quel rifiuto. La Cruz aveva incontrato Brando a San Francisco tramite Francis Ford Coppola. “Era la mia prova volta agli Academy Awards”, spiegò la ragazza a Variety. “Superai la paura promettendo a Brando che non avrei toccato quell’Oscar, ma poi lo sfiorai uscendo dal palco nei modi, con l’onore e con la dignità dei miei antenati (…) uscii dalla sala scortata da un paio di guardie armate e tenni la testa alta. Ero orgogliosa di essere stata la prima donna nativa nella storia degli Academy a fare quella dichiarazione politica”. A quel tempo nel 1973 i riflettori dei media sui fatti di Wounded Knee non erano accesi e soprattutto c’era molto ostracismo verso l’American Indian Movement che stava occupando quell’area. La Cruz spiegò anche che dopo quel discorso venne come messa in una lista nera di Hollywood e non riuscì più a ottenere che qualche particina in piccoli film, dopo essere stata anche una popolare playmate di Playboy. Nel 2021 venne girato un documentario sulla sua vita e sul suo attivismo, Sacheen breaking the silence, e solo nell’estate del 2022 l’Academy si scusò ufficialmente con lei per il trattamento di quella sera. “L’abuso che hai subito è stato ingiustificato”, ha scritto David Rubin, ex presidente dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, in una lettera a Littlefeather resa pubblica nel giugno 2022. Rubin ha affermato che il discorso alla 45a edizione degli Academy Awards del 1973 “continua a ricordarci la necessità del rispetto e l’importanza della dignità umana”. Cruz ha poi continuato a interpretare ruoli in spettacoli teatrali e poi a lavorare in strutture sanitarie private. All’epoca si vociferava anche di una sua relazione con Brando mai avvenuta. Solo pochi mesi fa l’Academy si è scusata.

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