di Antonio Deiara
Sommessamente: mi chiamo Antonio, sono un padre e sono un docente. Mi fanno sorridere le colleghe e i colleghi che si appellano alla Giorgia “urlatrice”, donna-madre-cristiana, affinché risolva miracolosamente gli annosi problemi della scuola pubblica della Repubblica Italiana. Probabilmente non hanno letto un punto specifico del Programma elettorale di Fratelli d’Italia: “Tutela delle scuole paritarie e libertà di scelta educativa delle famiglie, anche attraverso l’introduzione di voucher da poter spendere liberamente nelle diverse strutture scolastiche”. Tradotto in soldoni, riemerge come un fiume carsico il Berlusconismo ’94 che si sostanzia nel Giorgismo ’22: concorrenza tra scuola pubblica e scuola privata a colpi di voucher che i genitori dell’alunno-cliente possono spendere dove preferiscono. La scuola-azienda venderà “servizi” di formazione che, sono pronto a scommettere, si trasformeranno presto in servizi di immunità e promozione garantite.
Insomma, la bella copia della “Brutta Scuola” di Letizia Moratti, Valentina Aprea, Maria Stella Gelmini (rappresentanti della Destra) e Matteo Renzi, Stefania Giannini e Valeria Fedeli (paladini della Sinistra); senza dimenticare il duo Draghi-Bianchi, i Migliori dei Peggiori.
Ripartiamo dalla Costituzione, dato che Giorgia non ha i numeri per modificarla senza passare per il Referendum. L’articolo 33 della nostra Carta recita: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. […]”. La sopracitata “Tutela delle scuole paritarie” targata Giorgia ’22, oggi costa ai contribuenti che pagano le tasse 514 milioni di euro; 1.000 miliardi di lire del vecchio conio.
Senza urlare, perché io sono Antonio-padre-docente, faccio notare che tale somma consentirebbe di assegnare gratuitamente i libri di testo alle studentesse e agli studenti delle Scuole Medie e delle classi prime e seconde delle Superiori che rientrano nell’ “Obbligo scolastico”. Qualunque incremento del controvalore pecuniario della “Tutela delle scuole paritarie”, drenerà soldi destinati alla scuola pubblica e li donerà graziosamente alle scuola private. In sintesi, siamo di fronte all’impoverimento ulteriore della scuola di tutte/i, al fine di servire il vitello grasso alla mensa della Scuola dei pochi Epuloni.
Parafrasando Don Lorenzo Milani, non si possono fare parti uguali tra disuguali; senza dimenticare che il “genio” non discende dall’albero genealogico e non si può comprare neppure a suon di miliardi.