"Stava raggiungendo una suora quando è stata aggredita dalle altre detenute che le hanno tirato i capelli e schiaffeggiata", spiega Solange Marchignoli. Nel frattempo, il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di perizia neuroscientifica
“Stava raggiungendo una suora quando è stata aggredita dalle altre detenute che le hanno tirato i capelli e schiaffeggiata. Questo il racconto Solange Marchignoli, avvocata di Alessia Pifferi, la donna arrestata e incarcerata con l’accusa di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi. La legale ha dichiarato al Corriere.it che l’assistita “ha molta paura di quanto le sta accadendo”. Secondo la ricostruzione, l’aggressione è avvenuta in seguito udienza in tribunale di mercoledì 28 settembre, mentre Pifferi stava raggiungendo una suora che la assiste mentre si trova in carcere. Alcune detenute avrebbero approfittato di uno dei pochi momenti in cui non si trova in isolamento, schiaffeggiandola e tirandole i capelli.
Nel frattempo, il giudice per le indagini preliminari ha negato la seconda istanza con cui i legali di Pifferi chiedevano di fare entrare i carcere alcuni specialisti per una consulenza neuroscientifica. Gli avvocati spiegano che tale consulenza non avrebbe avuto l’obiettivo di stabilire le capacità di intendere e di volere della donna, ma di capire se sia in grado di comprendere ed elaborare un pensiero più complesso. Il gip di Milano, Fabrizio Filice, ha respinto la richiesta con la motivazione che il consulto avrebbe avuto “l’espressa finalità” di “incidere sul processo interpretativo del giudice”, chiamato ad esprimersi sull’eventuale dolo, senza un contraddittorio.