Calcio

Ferrieri Caputi racconta la vita da donna arbitro: “I sacrifici vanno pesati rispetto ad alcune rinunce che un uomo non deve fare”

A due giorni dal debutto in Serie A, la prima donna arbitro ha ripercorso le tappe della sua carriera, che ha comportato anche delle rinunce: "Spesso ci troviamo davanti ad una scelta, non imposta da qualcuno, ma essendo delle sportive, tendiamo a rimandare famiglia e figli"

L’esordio è stato “bellissimo”, dopo anni di difficoltà e sacrifici: Maria Sole Ferrieri Caputi a due giorni dal debutto in Serie A come prima donna arbitro si racconta in un’intervista al Corriere dello Sport: “Ancora non ho avuto modo di fermarmi, tutto troppo veloce. Vorrei avere un momento per me per vivermi tutto, in serenità“.

Ferrieri Caputi ha raccontato le difficoltà che ha incontrato: “Nelle categorie regionali, per aspetti non solo caratteriali ma anche fisici, sui quali ho lavorato. All’inizio non correvo come ora, ci ho lavorato. A Santa Croce sull’Arno, in Promozione, rimasi piantata su un lancio lungo. Mi dissi, quella ed altre volte, che avrei smesso. In Serie D, dopo qualche prestazione o visionatura non brillanti”.

Un percorso lungo che ha comportato delle rinunce: “All’Erasmus, anche se tanti sono riusciti a fare entrambe le cose. Io no, un limite mio. Pensavo che per un arbitro perdere una stagione sportiva potesse voler dire molto. Anche se penso sia un’esperienza molto formativa. Ma non è tutto, perché le rinunce sono continue“, ha aggiunto Ferrieri Caputi riferendosi alle “difficoltà di una maternità, e lo dico in maniera sana, perché ora come ora non ci penso. In un futuro, mi piacerebbe, ora forse non sono pronta, non è un peso. Però spesso ci troviamo davanti ad una scelta, non imposta da qualcuno, ma essendo delle sportive, tendiamo a rimandare famiglia e figli. Anche su questo si potrebbe fare un passo in avanti”.

“Fra colleghe ci confrontiamo – ha aggiunto Ferrieri Caputi – è comunque un tema al quale ci troviamo davanti quotidianamente. I nostri sacrifici vanno anche pesati rispetto ad alcune rinunce, o scelte, che gli uomini non devono fare. Molte colleghe hanno programmato la gravidanza in un anno dove non c’erano Europei e Mondiali. Si perde la naturalità di una cosa che è naturale, è comunque un pensiero in più, familiare da una parte e sportivo dall’altra”.