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Marco Bellavia e la depressione in diretta al Grande Fratello Vip. L’esperto: “La popolazione è più sensibile di quello che si è visto in tv”

Gianluigi Mansi, responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Psichiatrica degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza: "È noto che ancora oggi si tende a minimizzare e stigmatizzare le patologie mentali, cosa che non avviene con altre malattie, ma credo che in questo caso abbia avuto molto peso l’effetto branco, insieme a quello dei riflettori"

di Luisiana Gaita

L’uscita di Marco Bellavia dal Grande Fratello Vip, il mea culpa di Alfonso Signorini, la squalifica di Ginevra Lamborghini e l’eliminazione di Giovanni Ciacci. Non è solo questo che lascia ai telespettatori l’epilogo di quella che lo stesso Signorini ha definito una “orrenda pagina di televisione”. L’ex conduttore di Bim Bum Bam, dopo aver confidato agli altri concorrenti di soffrire di depressione, è stato bullizzato dal branco, con frasi del tipo “se hai dei problemi stai a casa tua”, “questo è proprio scemo”, “vai alla neurodeliri”, “stai zitto” e ricevendo solidarietà solo da pochissimi inquilini. Una situazione pesante che certamente non l’ha aiutato. Così, dopo un colloquio in confessionale con gli autori della trasmissione e lo psicologo della produzione, nei giorni scorsi Bellavia è uscito. “È noto che ancora oggi si tende a minimizzare e stigmatizzare le patologie mentali, cosa che non avviene con altre malattie, ma credo che in questo caso abbia avuto molto peso l’effetto branco, insieme a quello dei riflettori” spiega a ilfattoquotidiano.it Gianluigi Mansi, responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Psichiatrica degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza (Gruppo San Donato). “Oggi, però – aggiunge – rispetto a queste problematiche la popolazione è più sensibile di quello che si è visto in tv”.

Un tema da non far passare sotto silenzio – Nella diretta della prima serata del lunedì è arrivata ‘la resa dei conti’ per gli altri concorrenti, chiesta da giorni sui social, dove c’è stata un’ondata di indignazione, con dure critiche alla trasmissione per aver permesso prima l’entrata di Bellavia e, poi, che fosse offeso e deriso per i suoi problemi. La resa dei conti c’è stata, con qualcuno che ha effettivamente compreso la gravità dell’accaduto ed altri più interessati a giustificarsi e a salvarsi la carriera (per chi ce l’ha) che a capire le conseguenze delle loro azioni. Questa storia, però, impone una riflessione. “Sono d’accordo sul fatto che sia stata una orribile pagina di televisione e bene hanno fatto a prendere provvedimenti – aggiunge Mansi – ma spero davvero che il discorso venga riaperto, magari dedicando una serata di approfondimento sul tema. Basta che l’accaduto non passi sotto silenzio”. Ancora di più pensando che chi ha guardato in tv come è stato trattato Bellavia dopo aver parlato del suo problema, potrebbe non solo soffrire della stessa patologia, ma anche subìre atti di bullismo. “Questi sono tempi difficili – spiega Mansi – e noi abbiamo il dovere di diffondere una cultura dell’inclusione, soprattutto tra i ragazzi molto giovani che sono i più esposti”.

Le diverse reazioni davanti alla difficoltà – A raccontare cosa è accaduto al Grande Fratello è stato lo stesso Signorini, che ha ammesso di non aver compreso prima della partenza di questa edizione del programma televisivo – nonostante due colloqui – le reali difficoltà del concorrente. “Marco ha manifestato una fragilità psicologica che si è andata aggravando nel tempo. Sono passati giorni difficili – ha detto in diretta – sono andate in onda immagini brutte, orribili. L’uscita di Marco è legata a un suo problema, ma anche alla vostra indifferenza, al vostro infischiarvene del suo dolore, non dico di tutti, ma di molti di voi. Abbiamo sbagliato tutti”. Di fronte alle difficoltà di Bellavia, le reazioni sono state diverse. Dalla totale indifferenza, all’atteggiamento offensivo che, in alcuni casi, i concorrenti hanno cercato di giustificare con motivazioni più o meno credibili. Si è così arrivati alla frase pronunciata da Ginevra Lamborghini (“Merita di essere bullizzato”) e punita con la squalifica. Ma non è stata certo l’unica. Di fatto, la produzione ha mandato al televoto flash Giovanni Ciacci, Patrizia Rossetti, Elenoire Ferruzzi e Gegia e il pubblico ha deciso che dovesse essere Ciacci ad abbandonare il programma, per l’atteggiamento ostile nei confronti di Bellavia, scatenato – a suo dire – da un’incomprensione legata alla nomination espressa dall’ex conduttore di Bim Bum Bam nei confronti dell’inquilino che – tra l’altro – non ne avrebbe capito le reali difficoltà.

L’esperto: “Oggi c’è più sensibilità di quello che abbiamo visto” – La domanda sorge spontanea e va oltre il reality: è mai possibile non capire se una persona soffre o meno di depressione? “In generale è possibile non riconoscere la depressione se si nasconde dietro altri sintomi, come l’apatia, la necessità di assumere sostanze, l’autolesionismo, i disturbi alimentari. Sono le nuove frontiere del disturbo depressivo. In questo caso, però, il concorrente aveva chiaramente parlato del suo problema”. E aveva lanciato un appello agli altri inquilini: “Se una persona ha bisogno e gli altri 22 la aiutano ce la farà. Da solo non ce la fa”. Il 10 ottobre sarà la giornata mondiale della salute mentale e arrivare a quella data dopo questa vicenda è una sconfitta per tutti. Nel corso della puntata della ‘resa dei conti’ c’è anche chi ha raccontato di aver capito perfettamente contro quale problema il concorrente stava combattendo, ma di aver avuto difficoltà nell’aiutarlo, perché “gli serviva il sostegno di un professionista”. Sono stati i più giovani a mostrare maggiore empatia, con pochi semplici gesti o, banalmente, ponendo qualche domanda in più. Ma cosa si può fare per aiutare chi è in difficoltà, anche se non si è uno psichiatra? “È importante non banalizzare la malattia – spiega – e fare in modo che queste persone non si sentano in colpa, perché questi sono i classici modi in cui si stigmatizzano le patologie mentali. Piuttosto aiutarli a comprendere che sono loro le vittime di una patologia che ha un correlato biologico preciso”. Sovente si tende a dimenticarlo: lo stigma non riguarda solo la malattia, ma anche le cure spesso rifiutate. “Ribadisco, però – aggiunge Mansi – che quello che è accaduto nella casa del Grande Fratello Vip non credo sarebbe avvenuto fuori, perché la popolazione è più matura. Soprattutto rispetto alla depressione, perché si tratta di una patologia che quasi tutti hanno vissuto direttamente o indirettamente attraverso persone care. Ci sono altre patologie psichiatriche dove la stigmatizzazione è ancora più forte, come la tossicodipendenza. E dove si tende ad alimentare nelle persone che ne sono affette sentimenti come la vergogna e il senso di colpa. Per questo è importante parlarne”.

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