Nella confusione di retromarcia programmatici, dichiarazioni al vetriolo, e finti sorrisi che sfilano alla Conferenza del partito Conservatore a Birmingham, ad un certo punto si leva uno scroscio interminabile di battute di mani. La standing ovation è per lei, Suella Braverman, due mesi fa tra i concorrenti a sostituire Boris Johnson e arrivata invece alla carica di ministro dell’Interno nel governo di Liz Truss, leader dal 6 settembre e già eclissata dal fiasco della sua finanziaria pro ricchi.
Vestita di azzurro, sul fondo blu cobalto del palco, Braverman, figlia di immigrati del Kenia e delle Mauritius, ipnotizza la platea sbandierando valori, principi e nuove proposte di legge che per un attimo galvanizzano i Tory divisi ed in crisi di identità: bloccare l’immigrazione non qualificata, svincolare la Brexit da leggi e interferenze europee, stop alla tratta di immigrati sulla Manica rispedendo gli illegali a casa propria, o in Ruanda. E così è sui temi dell’immigrazione che la Braverman rianima il partito al posto della nuova premier che invece è riuscita ad affossarlo con la sua Trussconomics, riproponendo rigidi principi Thatcheriani incurante del contesto economico e sociale in cui versa la Gran Bretagna post Brexit e post pandemia.
“Abbiamo fatto la Brexit per riprenderci il controllo delle nostre politiche di immigrazione e dobbiamo usarla per far crescere la nostra economia – ha detto la ministro degli Interni – promettendo di tagliare a decine di migliaia il numero di immigrati in ingresso. Per questo potrebbero essere respinti ad esempio studenti iscritti a corsi ed università ‘non adeguati’ così come coloro che ‘non sono necessari all’economia del paese’, da sostituire con manodopera locale”. “Non è razzismo voler controllare le proprie frontiere e non è xenofobia dire che le migrazioni di massa fanno pressione su casa, servizi pubblici e rapporti nelle comunità”, ha precisato Braverman, rigettando la critica di ipocrisia che queste ‘verità’ vengano dette proprio da una persona che proviene da una minoranza etnica.
Le unghie della Tory sono affilate sull’Europa, contro la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha fermato in extremis il primo volo di sola andata per il Ruanda sul quale erano stati imbarcati richiedenti asilo in Regno Unito. La Braverman ora propone un ulteriore giro di vite all’immigrazione clandestina: “Introdurrò una legislazione per rendere chiaro che l’unica via per entrare in Regno Unito è quella legale e sicura. Chi cercherà di entrare in modo deliberatamente illegale sarà immediatamente rispedito a casa o trasferito in Ruanda in attesa che vengano considerate le richieste d’asilo”, ha detto secca la 42enne ministra britannica condannando la tratta degli immigrati ad opera degli scafisti, una pratica che quest’anno ha visto il record di 33mila migranti attraversare la Manica a bordo di gommoni, e che Downing Street ha cercato di limitare stringendo accordi con il governo francese.
Se la cooperazione anglo-francese ha fatto calare gli sbarchi del 40-50% l’obiettivo della Braverman è arrivare all’80% e contrastare chi presenta ‘false’ rivendicazioni per ottenere un visto. “Adesso l’80% degli sbarchi arrivano dall’Albania, in maggioranza persone che si spacciano per vittime di moderna schiavitù, rivendicazioni che sono aumentate del 450% dal 2014 e molte delle quali sono false”. Il pugno di ferro della Braverman questa settimana conquista il partito ma quasi sicuramente troverà lo sbarramento del Parlamento di Westminster dove le riforme radicali proposte dalla Tory dovranno passare il voto delle opposizioni, a partire dai laburisti forti di una ritrovata maggioranza di consensi ( il 52% contro il 24% dei conservatori, secondo Britain Elects) per cui devono dire thank you proprio al binomio Truss-Kwarteng (il Cancelliere dello Scacchiere), già conosciuti nel mondo come la coppia che affamava i poveri per tagliare le tasse ai ricchi.