L’Istat migliora le previsioni tendenziali del Prodotto interno lordo. Nella terza stima l’Istituto ha rivisto il dato tendenziale del secondo trimestre 2022, alzandolo da + 4,7% a +5%. Nel confronto con i primi tre mesi del 2022 l’incremento è dell’1,1%. A questo punto spiega l’Istat “la variazione acquisita per il 2022 è pari al +3,6%. Quella relativa ai conti trimestrali rilasciati l’1 settembre era stata del +3,5%”. Tra aprile e giugno scorsi il reddito disponibile delle famiglie è salito dell’1,5% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi (il valore dei beni comprati, ndr) sono cresciuti del 4,1%. La propensione al risparmio delle famiglie (la quota del reddito messa da parte, ndr) è stata pari al 9,3%, in diminuzione di 2,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A causa dell’inflazione il potere d’acquisto delle famiglie è lievemente diminuito rispetto al trimestre precedente (-0,1%). “Dato grave e preoccupante. Anche se per ora la caduta è lieve, in futuro la situazione non può che peggiorare. L’inflazione alle stelle sta progressivamente erodendo potere d’acquisto delle famiglie e dopo averne rallentato la crescita, ora si è arrivati in territorio negativo” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
La pressione fiscale è stata pari al 42,4% del Prodotto interno lordo, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il deficit pubblico in rapporto al Pil è stato del 3,1% (-7,6% nello stesso trimestre del 2021). Mentre l’indebitamento al netto degli interessi passivi è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,6% (-3,7% nel secondo trimestre del 2021). Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dello 0,8% (-0,7% nel 2021).