Vlahovic spreca un paio di occasioni abbastanza ghiotte, poi il forcing della Juventus si affievolisce un po' come era avvenuto anche con il Benfica. Gli israeliani, che però sono tutt'altra cosa rispetto ai lusitani, si affacciano pure in avanti e colpiscono due pali
Silenzio fuori, impegno in campo: per fronteggiare il momento difficile Allegri aveva chiesto questo ai suoi giocatori. E dopo la vittoria in campionato col Bologna, arriva un risultato positivo anche in Europa con la Juve che vince per 3 a 1 contro il Maccabi Haifa nella terza gara del girone Champions. Ma la fatica per i bianconeri è tanta, forse troppa. In apertura le occasioni le ha la Juventus ma le spreca lasciando poi, incomprensibilmente visti i valori in campo, l’iniziativa a un Maccabi Haifa che dimostra veramente poco oltre alla volontà e alla buona organizzazione.
Vlahovic spreca un paio di occasioni abbastanza ghiotte, poi il forcing della Juventus si affievolisce un po’ come era avvenuto anche con il Benfica. Gli israeliani, che però sono tutt’altra cosa rispetto ai lusitani, si affacciano pure in avanti senza tuttavia creare grossi problemi a una Juventus in uno strano atteggiamento attendista e guardingo in una gara in cui un risultato diverso dalla vittoria significherebbe uscire inequivocabilmente dalla Champions. Servono 35 minuti ai bianconeri per trovare il vantaggio firmato da Rabiot che mandato nello spazio da Di Maria tira una bomba sul primo palo che trafigge il portiere avversario.
Nei restanti dieci minuti però non accade altro e il primo tempo si chiude così, con il vantaggio della Juventus per 1 a 0. I calciatori del Maccabi si aprono però a inizio di ripresa e per Di Maria è uno scherzo mandare ancora una volta nello spazio Vlahovic che stavolta davanti al portiere non sbaglia e realizza un 2 a 0 semplice, mettendo finalmente la partita in discesa per la Juventus. In discesa soprattutto grazie al fattore Di Maria: l’argentino si diverte e vede traiettorie visibili solo ai suoi occhi e manda ancora due volte Vlahovic a tu per tu col portiere dei Maccabi, con il centravanti che però prima sbaglia e poi va in fuorigioco di millimetri. El Fideo fa lo stesso poco dopo con Rabiot che pure non gli rende onore allungandosi la palla e sciupando l’occasione per il 3 a 0.
Ma mentre il Maccabi si fa prendere continuamente d’infilata, la Juve fa lo stesso su una situazione d’attacco creata da Kean: David va nello spazio al 75esimo e dribbla anche Sczeczny per il 2 a 1 che tiene viva la partita e naturalmente ringalluzzisce gli israeliani che di fatto erano fuori dalla gara. La Juve si chiude e fa qualche errore di troppo, forse vedendo materializzarsi i fantasmi del passato recente, e gli israeliani prendono un palo su punizione con Atzili: nella situazione di difficoltà però Di Maria, ancora lui, pesca Rabiot che su calcio d’angolo svetta di testa e realizza il 3 a 1 che dovrebbe spegnere ogni velleità israeliana.
In realtà i calciatori del Maccabi continuano ad attaccare, con Atzili coglie un nuovo palo nel finale e la Juve chiude soffrendo ma trovando una vittoria doverosa e importante perché la tiene ancora in ballo in ottica ottavi di finale: il risultato di Lisbona non sorride ai bianconeri. Col pareggio tra Benfica e Paris Saint Germain la Juve dovrà vincere martedì in Israele e poi anche in Portogallo, sperando che intanto i lusitani non vincano in Francia. Non è impossibile, ma da quanto visto serve ancora una gran dose della dottrina Allegri: poche parole e tanto lavoro.