Anche il 25 settembre è passato. Il 60% degli aventi diritto ha votato le nuove Camere ridimensionate per la prima volta nella storia della nostra democrazia. Un partito ha avuto la maggioranza relativa e una coalizione una maggioranza che le permette di governare. Aspettiamo le scelte del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che a breve conferirà quasi sicuramente l’incarico alla prima donna presidente del Consiglio della nostra storia costituente.
Molte novità quindi ci attendono, ma purtroppo altre sono le conferme di sistemi di spartizione di poltrone che hanno molto di antico. Meloni, Salvini e Berlusconi spingono per accaparrarsi posti di prestigio con politici di vecchio e nuovo corso (più vecchio che nuovo, a vedere gli eletti posti nei punti nevralgici dei seggi elettivi). Sì, perché si dice che il prossimo governo – che pensiamo di aver eletto noi, ma in realtà noi abbiamo eletto i partiti che hanno messo i propri “beniamini” nei posti sicuri – sia costituito da soli politici.
E io non sono d’accordo. Almeno per quanto riguarda il ministero della Salute. Il ministero più tecnico in assoluto. Il ministero della ricostruzione sulle macerie della pandemia. Il ministero che deve avere una speranza, per fortuna non più con la S maiuscola. Il ministero in cui un medico e un supertecnico come potrebbe essere Francesco Zambon con decennale esperienza di gestione sanitaria, che si è esposto in prima persona contro l’incompetenza, la malagestione e la superficialità di chi la salute dei cittadini avrebbe dovuto proteggere, sarebbe la scelta migliore.
Perché è facile dimenticare quello che ci è capitato due anni fa, certamente per l’aggressività del virus, ma anche per la nostra difesa annullata da piani pandemici obsoleti che in primis il ministro Speranza avrebbe dovuto tenere aggiornati. Per non parlare di tutto quello che non è stato fatto in questi due anni per aumentare le nostre difese, oltre i vaccini. Medicina del territorio inesistente e sempre privata accreditata. Spese inutili come i sette miliardi di euro per le case di continuità che resteranno desolatamente vuote. Squilibrio significativo fra pubblico e privato accreditato che esegue, senza controllo, visite, esami ed interventi a saldo positivo non esclusivamente per il bene comune.
In questa lotta di poltrone si inserisce, in regione Lombardia, la lotta per la prossima Presidenza della primavera 2023. Fontana e Moratti ai ferri corti senza pensare ai cittadini nemmeno durante il loro attuale mandato, ma essendo certi di poterlo avere ancora per il prossimo. Invece avrebbero dovuto indagare e cercare di salvare il nostro sistema sanitario nazionale. Avrebbero capito, se avessero voluto, quanto il privato, sotto ogni aspetto, autorizzato dalla formigoniana riforma, passo dopo passo si avvantaggia sul pubblico fino ad influenzarlo negativamente. E il cittadino come al solito un pollo da spennare per avere i conti in ordine da far vedere per essere rieletti.
Non possiamo più permetterci politici che gestiscono la sanità. Solo tecnici di provata esperienza e onestà. Come Francesco Zambon. Mattarella ci difenda. Ne abbiamo bisogno. Meloni rispetti il risultato elettorale e non dimentichi quelle colonne di camion con la bandiera tricolore. Ci aggiunga l’azzurro di un cielo sereno.