“È stata una campagna elettorale da separati in casa, un errore strategico dal punto di vista elettorale che è stato pagato. Se si fosse fatto il campo largo, compreso il M5s, non avremmo Giorgia Meloni al governo. È stato un suicidio assistito e la destra ha vinto senza impegnarsi più di tanto. Questa è la riflessione che si dovrebbe fare perché è mancata molta responsabilità da parte dei leader politici”. Sono le parole pronunciate ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus) dal portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, che aggiunge: “C’è stato questo tentativo di narrazione di descrivere me e Fratoianni come se fossimo il diavolo. E non mi riferisco a Letta, che stimo molto, ma ad esempio a Calenda. Bisogna avere anche un po’ di rispetto nel linguaggio della politica – continua – ma Calenda non c’è l’ha proprio. Lui è un po’ il Marchese del Grillo: io so’ io e voi non siete un….Noi invece abbiamo una cultura di governo e questa narrazione su me e Fratoianni e sul nostro presunto massimalismo è la narrazione di chi ha una visione talebana della politica”.
Bonelli si pronuncia sul via del governo a otto impianti per le rinnovabili: “Meglio qualcosa che niente, ma stiamo parlando di 324 Megawatt. Io capisco la necessità di Cingolani di far vedere che ha fatto qualcosa, ma stiamo parlando di una goccia in mezzo al mare dal punto di vista della potenza elettrica, un qualcosa di estremamente insignificante ma in questo momento anche l’insignificante fa la sua parte. Ieri è stato liberato lo 0,8% dei progetti che sono bloccati dal governo Draghi presso la Commissione che Cingolani ha presieduto. È un fatto incredibile – conclude – che sia bloccata una quantità enorme di progetti che ci porterebbero verso l’autonomia energetica e che incentiverebbero una importante ripresa economica. Se questi progetti sulle rinnovabili sono bloccati da oltre un anno, forse qualcuno un interrogativo se lo dovrebbe porre, a partire da Cingolani che non è stato in grado di fare ciò che doveva fare”.