Botta e risposta a “Tagadà” (La7) tra la senatrice del Pd Susanna Camusso e il deputato di Forza Italia Alessandro Cattaneo sulla tassazione degli extraprofitti, per la quale la norma introdotta dal governo Draghi si è rivelata totalmente inefficace: su 50 miliardi di extra-ricavi, infatti, solo un miliardo è stato incassato dallo Stato.
Camusso propugna come soluzione la redistribuzione delle risorse, tassando con una norma migliore gli extraprofitti: “È sicuramente più utile per le prospettive del Paese un’opera di redistribuzione rispetto allo scostamento di bilancio, come sta dicendo qualcuno, perché fare debito ricadrà poi sull’economia del Paese”.
Cattaneo replica: “Dobbiamo fare però un’operazione verità: gli extraprofitti riguardano alcuni giganti come l’Eni, ma non riguardano i piccoli e medi distributori del gas che, anzi, sono in ginocchio. Quindi, quando si parla di rateizzazione delle bollette, cosa giusta, non possiamo buttare addosso a loro le colpe, perché altrimenti saltano per aria. Bisogna anche dire per onestà intellettuale che stanno facendo un sacco di soldi quelli che hanno le energie rinnovabili. Una redistribuzione? È corretta ma è complicata farla. Io non eccederei. Un conto è la redistribuzione, un altro conto è andare sull’esproprio proletario”.
Camusso ribatte allibita: “Ma non so, evidentemente ci sono delle paure ataviche. Non capisco da dove arrivino. Io penso che una politica fiscale debba essere progressiva, secondo quel che dice la nostra Costituzione. E penso che se per eventi come la crisi energetica e la guerra – conclude – ci sono imprese che incassano extraprofitti per puro effetto speculativo e non in ragione della produzione o di scelte innovative, sia giusto che quegli utili straordinari siano redistribuiti nel Paese“.