Ne abbiamo scritto lo scorso 15 settembre. Lo scacchista novizio batte il maturo campione: lo accusano di barare ed Elon Musk suppone addirittura che abbia usato strani congegni anali. La bizzarra vicenda proveniente dai piani alti del mondo degli scacchi nasce dopo la clamorosa vittoria ottenuta dal 19enne statunitense di origini hawaiane Hans Niemann sul campione del mondo il 31enne Magnus Carlsen il 4 settembre scorso alla prestigiosa Sinquefeld Cup di St. Louis. Ora arriva addirittura il numero di volte in cui il giovane scacchista avrebbe barato a dimostrare che la vicenda tanto bizzarra non è. Hans Niemann ha “probabilmente imbrogliato più di 100 volte” giocando online. Lo sostiene un rapporto della piattaforma chess.com secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. “In totale, abbiamo scoperto che Hans (Niemann) probabilmente ha barato in più di 100 partite di scacchi online, inclusi diversi eventi a premi”, scrive il sito leader nel mondo nell’indagine di 20 pagine. Chess.com aveva escluso il giocatore 19enne lo scorso 5 settembre, poco dopo che erano state mosse le prime accuse da parte del campione norvegese di cui sta per acquistare la società Play Magnus. La piattaforma ha tuttavia assicurato di non aver ricevuto nessuna pressione e di essere “estremamente sicura” dei suo sistemi di rilevamento delle frodi tra gli scacchisti. “Sebbene non abbiamo dubbi sul fatto che Hans sia un giocatore di talento, troviamo che i suoi risultati siano statisticamente straordinari”, si sottolinea nel rapporto. Dopo le accuse di Carlsen, clamorosamente sconfitto dall’americano in una partita a settembre, il 19enne si era difeso ammettendo di aver barato ma soltanto due volte in passato, una a 12 anni e un’altra a 16 anni minimizzando gli incidenti come “errori di gioventù'”. Ma a quanto pare i conti non tornano. E cosa c’entra il patron di Tesla che abbiamo citato in apertura? Musk con un tweet ha scomodato Schopenhauer – “Il talento colpisce un bersaglio che nessun altro può colpire, il genio colpisce un bersaglio che nessun altro può vedere” – aggiungendovi una perla tra parentesi “perché è nel tuo culo”. Ora nel report si fa riferimento proprio all’ipotesi di un vibratore anale a impulsi, mandati forse da un software o da un allenatore: bisogna sottolineare che qualsiasi movimento, anche minimo, può fare la differenza in senso sospetto.
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