Cultura

Palermo, riapre la storica cartoleria amata pure da Falcone: ora è un museo dedicato alla biodiversità del Mediterraneo

Per più di un secolo - dal 1906 e fino al 2012 - andare alla cancelleria De Magistris - Bellotti in via Gagini era un rito che ha accomunato almeno quattro generazioni diverse. Il giudice poi ucciso nella strage di Capaci andava a comprare le penne stilografiche, di cui era un appassionato collezionista di penne stilografiche. Ora quello spazio ospita Radici, piccolo museo della natura

Era la cartoleria più fornita della città. Ogni anno a settembre, prima della riapertura delle scuole, era il negozio preso d’assalto per acquistare quaderni a peso, carta da disegno, righelli, enormi confezioni di pastelli a matita e di pennarelli, compassi di precisione, penne profumate, gomme per cancellare, diari, copertine per i libri. A Palermo per più di un secolo – dal 1906 e fino al 2012 – andare alla cancelleria De Magistris – Bellotti in via Gagini era un rito che ha accomunato almeno quattro generazioni diverse. Il giudice Giovanni Falcone, che era un appassionato collezionista di penne stilografiche, andava spesso ad acquistarne qualcuna nella storica cartoleria nel cuore di Palermo, a due passi dalla chiesa di San Domenico dove adesso riposano le sue spoglie.

Quei cassetti che un tempo contenevano penne, quaderni, astucci e righelli, oggi ospitano elementi che raccontano la natura del Mediterraneo. Proprio dove un tempo c’era la cartoleria De Magistris – Bellotti, infatti, è appena nato “Radici, piccolo museo della natura“. Un centro culturale che supera l’idea tradizionale di museo e accoglie momenti quotidiani di studio, lavoro o di semplice svago. Radici nasce dal desiderio di coniugare l’approccio scientifico con una narrazione della biodiversità mediterranea. L’architetto che ha ridisegnato e progettato lo spazio, Lorenzo Lo Dato, ha svolto un lavoro di conservazione su molti dettagli che caratterizzano il luogo storico, rifunzionalizzando gli arredi Ducrot, storica azienda che produceva mobili in stile liberty palermitano.

A concepire “Radici” sono state quattro donne palermitane: l’intuizione è stata di Raffaella Quattrocchi che ha successivamente coinvolto Irene Mottareale, Caterina Strafalaci e Chicca Cosentino. Tutte e quattro unite dalla stessa forte convinzione e visione e cioè la necessità di puntare l’attenzione sull’ecologia. Un investimento che punta all’impresa culturale e al lavoro nel sociale per costruire consapevolezza ecologica e trovare nuove parole per parlare del futuro. Uno degli obiettivi di Radici è quello di stimolare e di promuovere la tutela e la salvaguardia dell’ambiente, attraverso un metodo laboratoriale, che parte da un’attenta ricerca dei materiali a ridotto o nullo impatto ambientale. “Desideriamo per Palermo uno spazio di comunità – dicono le fondatrici – che leghi insieme generazioni diverse sul tema dell’ecologia, questione che riteniamo urgente e su cui dovrebbero convergere scelte politiche e culturali”.