Il gip (giudice per le indagini preliminari, ndr) di Roma Roberto Saulino ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, gli ex commissari del concordato Astaldi. Stefano Ambrosini, Francesco Rocchi, Vincenzo Ioffredi e Corrado Gatti rispondevano, a seconda delle posizioni, di interesse privato in atti di ufficio e induzione indebita. L’accusa di corruzione in atti giudiziari era già caduta. ll procedimento, partito nell’autunno del 2018, ipotizzava il coinvolgimento dei commissari giudiziali in un presunto concorso con l’attestatore del concordato. La tesi dell’accusa non è stata accolta dal giudice, secondo cui gli imputati non hanno commesso nessun illecito dell’espletamento delle proprie funzioni.
Per altro, l’operato dei commissari era già stato validato dal Tribunale, che aveva altresì proceduto alla liquidazione di ingenti compensi: circostanza su cui la stessa Procura nulla aveva obiettato. Interpellati in sede di indagini difensive da Ambrosini e Rocchi, alcuni tra i più noti e stimati italiani di crisi d’impresa, tutti magistrati in servizio o a riposo, avevano confermato l’assoluta correttezza dell’operato dei tre commissari nel condurre il concordato più importante e delicato della nostra storia giudiziaria, che con la fusione fra Astaldi e Salini ha dato vita al primo gruppo italiano nel settore delle grandi opere e uno dei maggiori d’Europa.