Sono tutti accusati a vario titolo di rissa, lesioni, rapina aggravata e porto abusivo di arma da fuoco. L'aggressione a colpi di pistola di via di Tocqueville a Milano, avvenuta all'alba tra il 2 e il 3 luglio, portò alla gambizzazione di due ragazzi senegalesi
Dietro la sparatoria di via di Tocqueville a Milano, avvenuta all’alba tra il 2 e il 3 luglio, c’era la “volontà di controllo del territorio“. L’ordinanza del gip Guido Salvini descrive così le motivazioni dietro l’arresto dei due trapper Baby Gang (Zaccaria Mouhib) e Simba La Rue (Lamine Mohamed Saida), fermati nella notte del 7 ottobre in un’operazione congiunta di carabinieri e polizia. L’aggressione a colpi di arma da fuoco, avvenuta in una delle strade della movida milanese, portò alla gambizzazione di due ragazzi senegalesi. Nell’ordinanza compaiono anche Eliado Tuci, 32 anni, tour manager e autista personale di Baby Gang, Paulo Marilson Da Silva, 27enne considerato il principale manager di Baby Gang e “Instagram Personal Manager” dell’etichetta di cui fanno parte i due artisti, Faye Ndiaga, 25 anni, già arrestato il 29 luglio scorso per l’aggressione e il sequestro del trapper rivale Baby Touché, e Mounir Chakib detto “Malippa”, 24 anni, unico ai domiciliari, manager di Baby Gang e Simba La Rue. Sono tutti soggetti legati all’entourage dei due artisti e accusati a vario titolo di rissa, lesioni, rapina aggravata e porto abusivo di arma da fuoco.
“Non sembra trattarsi di una rissa banale ed estemporanea – si legge nell’ordinanza – ma di un episodio di grave violenza e sopraffazione originato da una logica di banda e da una volontà di controllo del territorio”. La vicenda ha infatti radici più lontane che vengono spiegate da uno dei senegalesi feriti. L’uomo di 28 anni racconta di aver prestato una carta di credito a una persona legata all’entourage dei trapper e di aver subìto numerose minacce in risposta alla sua richiesta di restituzione. La notte dell’aggressione, temendo di incontrare questa persona, che non compare nel provvedimento, nasconde in un’aiuola davanti al locale una pistola a salve e uno spray al peperoncino. Una volta uscito dalla discoteca, assieme a un altro senegalese e ad altri amici, incontra il gruppo di Simba e Baby Gang: inizia una lite che degenera in pochi secondi.
Secondo i racconti di uno dei due ragazzi senegalesi, gli sarebbero partiti due colpi per sbaglio, sufficienti però a far capire ai presenti che la sua pistola in realtà era finta. Da questo momento la situazione degenera: dall’entourage dei trapper esplodono dei veri colpi, al grido di “noi vi ammazziamo” e “guardate che noi siamo la gang“. Nella ricostruzione degli investigatori, aiutati dalle telecamere di zona, Baby Gang è immortalato mentre punta una pistola finta contro una guardia giurata arrivata sul posto, Faye compare mentre spara ai due senegalesi, un altro componente colpisce uno degli uomini a terra col gesso del proprio braccio già infortunato e Simba colpisce usando una delle stampelle. Qualche ora dopo la sparatoria la polizia aveva erroneamente fermato per un controllo Tiémoué Bakayoko, centrocampista francese di origini ivoriane che gioca nel Milan.
“Emerge la totale astrazione dalla realtà in cui gli indagati vivono e agiscono – continua l’ordinanza di Salvini – con l’ego totalmente incluso in quello della banda che impedisce loro anche solo di percepire il disvalore e il peso delle azioni criminose poste in essere, peraltro esaltate nei video e nei pezzi musicali prodotti dal gruppo e diffusi via social. La forza del legame criminale esistente tra loro ha sicuramente rafforzato il proposito criminoso, istigando i singoli ad agire con una sempre maggiore violenza per emergere nel gruppo e scalare la gerarchia interna”.
Quando la notte tra il 2 e il 3 luglio il gruppo ha gambizzato i due ragazzi senegalesi, i carabinieri stavano già monitorando le loro attività per un’altra vicenda violenta e avevano installato una microspia sull’auto di Malippa. È quest’ultimo, tra le persone più importanti e fidate del gruppo, a parlare subito dopo l’aggressione con una ragazza e un altro autore, il 21enne Andrea Rusta detto Asap. “Zaccaria – Baby Gang – quando si ubriaca è un casino. Zaccaria non deve bere proprio, infatti lui lo sa e non beve. Però quando vuole bere è un casino e non puoi dirgli di no. Quando arriva che gli sale è un puttanaio, ha fatto minchiate. Poi non dico che questa cosa qua non la faccia anche quando non è ubriaco, la fa anche, però almeno quando non è ubriaco la fa con la testa”. Nella prima parte dell’intercettazione in auto c’è solo una passeggera che, pochi minuti dopo aver assistito alla scena, esclama: “Ma che cazzo c’ha Zaccaria?! Che cazzo di problemi c’ha?”.Malippa risponde che proprio il giorno prima il tribunale gli aveva tolto la sorveglianza speciale perché non era stato ritenuto pericoloso. A quel punto la ragazza domanda: “Uno che fa così se le cerca però. C’hai venti persone attorno che ti dicono basta e non ti fermi?”.
Nel frattempo, sempre nella notte, quattro persone sono state arrestate nell’ambito dell’inchiesta sull’accoltellamento di Simba la Rue, avvenuto il 16 giugno scorso a Treviolo, in provincia di Bergamo, con l’accusa di tentato omicidio. “Il delitto – scrive chi indaga – si inserisce in un’accesa rivalità tra rapper. Uno, la vittima, attivo nel milanese e l’altro attivo nel padovano”.