Il governatore Vito Bardi e mezza giunta di centrodestra sotto inchiesta. Il senatore Gianni Rosa di Fratelli d’Italia tra gli indagati. E ancora il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Francesco Piro, candidato per i berlusconiani alle elezioni del 25 settembre scorso come capolista al Senato, che è finito in carcere e che si è successivamente dimesso. L’operazione della Dda di Potenza sulla sanità ha travolto l’amministrazione regionale della Basilicata: arresti, perquisizioni, provvedimenti restrittivi e almeno 39 indagati. I filoni d’inchiesta sono molteplici e i reati ipotizzati, a vario titolo, sono quelli di induzione indebita, corruzione, tentata concussione e altri reati contro la pubblica amministrazione. Il filone principale riguarda i “pacchetti di voti” ottenuti da alcuni indagati in occasione delle elezioni comunali di Lagonegro: in cambio, è l’accusa della procura diretta da Francesco Curcio, venivano offerti trasferimenti, nomine, promozioni, affidamenti di servizi pubblici, in particolare legati alla costruzione del nuovo ospedale da 70 milioni di euro. La sindaca Maria Di Lascio, da stamani agli arresti domiciliari, è anche accusata di aver voluto “punire” chi non sosteneva Francesco Piro, il candidato (non eletto) di Forza Italia al Senato, tagliando i servizi telefonici e idrici.

Il neo-senatore FdI Gianni Rosa è invece indagato per abuso d’ufficio in concorso con il governatore Vito Bardi e altri quattro assessori lucani in carica nell’aprile del 2020 (Francesco Fanelli, Rocco Leone, Francesco Cupparo e Donatella Merra) per una vicenda che riguarda “un disegno criminoso” volto – è scritto nelle carte dell’inchiesta – alla “eliminazione” di Massimo Barresi, all’epoca dei fatti direttore generale dell’ospedale San Carlo di Potenza, “e al suo conseguente licenziamento”. Barresi è poi decaduto dall’incarico il 6 agosto 2020 dopo una sentenza del Tar per la Basilicata e il giorno dopo, il 7 agosto 2020, la giunta lucana nominò commissario del San Carlo Giuseppe Spera (attuale direttore generale) nei cui confronti oggi è stato disposto il divieto di dimora nel capoluogo lucano e la misura interdittiva all’esercizio di funzioni pubbliche.

Il cambio alla guida dell’Azienda ospedaliera “San Carlo” di Potenza è finito all’attenzione degli investigatori, in particolare le delibere relative al fondo di riparto. Nell’ambito di questo filone dell’inchiesta risultano appunto coinvolte le altre figure della giunta Bardi. All’assessore regionale all’agricoltura, Francesco Cupparo, sempre di Forza Italia, è stato notificato il divieto di dimora. Risulta tra gli indagati il vicepresidente Francesco Fanelli, che ha le deleghe alla Sanità. Inoltre, è indagata pure Donatella Merra, assessora alle infrastrutture e Mobilità. Dell’intera giunta di centrodestra guidata da Bardi, solo due assessori risultano al momento estranei all’inchiesta. Così come, sono coinvolti gli ex assessori: Rocco Leone, che aveva la delega alla Sanità ed è attualmente consigliere regionale di Fratelli d’Italia, nei confronti del quale il gip di Potenza Salvatore Pignata ha disposto sempre l’obbligo di dimora. Ma anche lo stesso senatore Gianni Rosa: è stato assessore all’ambiente della Regione dalla primavera del 2019 allo scorso mese di febbraio.

Il governatore Bardi sarebbe invece estraneo alla parte dell’inchiesta che riguarda la costruzione del nuovo ospedale di Lagonegro, mentre è coinvolto anche in una “segnalazione” per un militare della Guardia di Finanza. Il governatore è stato in passato vicecomandante generale delle fiamme gialle. Tra le carte dell’inchiesta anche la gestione dell’emergenza Covid nella fase iniziale della pandemia, a marzo 2020, quando due famiglie di Potenza hanno denunciato l’effettuazione tardiva dei tamponi per i loro congiunti poi deceduti. Carabinieri e polizia hanno perquisito l’ufficio del presidente della Regione Basilicata. “Si va avanti in un momento di crisi senza precedenti”, ha dichiarato Vito Bardi all’Ansa. “Sono come sempre disponibile a collaborare con gli inquirenti per chiarire ogni aspetto”, ha aggiunto. Fonti vicine al governatore lucano hanno inoltre sottolineato che le delibere oggetto dell’inchiesta “sono atti pubblici, approvate senza secondi fini”. Per quanto riguarda i tamponi, Bardi ha sottolineato di “non aver ricevuto alcun favore”. Il presidente della Regione ha consegnato agli investigatori il telefono cellulare, mentre nel suo ufficio sono stati acquisiti i device in suo possesso.

L’inchiesta sull’ospedale di Lagonegro – Secondo la Dda di Potenza, il capogruppo di Forza Italia Francesco Piro, aveva “relazioni con esponenti della locale criminalità organizzata“. E “non di rado per raggiungere proprie finalità personali, politiche ed elettorali, e a scopo intimidatorio, ostentava ai suoi interlocutori i suoi asseriti collegamenti con contesti criminali calabresi“. Il coinvolgimento di Piro rientra in diversi filoni investigativi, uno dei quali legati appunto alla costruzione dell’ospedale unico per acuti di Lagonegro (un investimento di edilizia sanitaria di 70 milioni di euro) e gli altri relativi alle ultime tornate elettorali che si sono svolte nell’area sud della Basilicata. Oltre alla sindaca di Lagonegro, ai domiciliari, anche l’assessore comunale Gianni Mastroianni risulta tra gli indagati. La prima cittadina Di Lascio, secondo le carte l’inchiesta, aveva chiesto ai gestori delle telefonia mobile nella sua zona di disattivare i ponti radio “per impedire” che i “non sostenitori” di Francesco Piro – candidato di Forza Italia al Senato il 25 settembre scorso, in carcere da stamani – potessero usare i telefoni cellulari. La stessa Di Lascio – secondo la Direzione distrettuale antimafia di Potenza – aveva deciso di “punire” un altro non sostenitore di Piro, impedendogli di accedere “alle condotte idriche” a servizio di alcuni terreni.

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