Dopo dieci ore di Direzione. tra tensioni interne e analisi della sconfitta, in casa Pd ora si cerca di organizzare l’opposizione al futuro governo di centrodestra, a trazione Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni: “Non ha vinto una destra liberale, ma sociale, questo ci deve interrogare sulla nostra identità. Se non ti hanno votato, al netto che 5 milioni e 300mila italiani lo hanno comunque fatto e ti chiedono di organizzare un’alternativa, significa che devi ricostruire dall’opposizione un rapporto di fiducia”, spiega Gianni Cuperlo. Parole simili a quelle del vicesegretario Giuseppe Provenzano: “È mancata la credibilità, il nostro programma era chiaro, ma non somigliavamo alle cose che dicevamo in campagna elettorale”, ammette.
Tutto mentre c’è chi attacca il segretario uscente Enrico Letta: “Per me è stata una catastrofe. Alleanze? Uno tra Giuseppe Conte o Carlo Calenda bisognava tenerlo dentro, nessuno dei due mi pare che l’alleanza fosse davvero piccola”, punge Alessia Morani, rimasta fuori dal Parlamento.
E se Bonaccini ha preferito non intervenire in Direzione, lasciando dopo poche ore la riunione dem e tenendo coperte le carte della sua (futura) candidatura alla segreteria, c’è chi come Paola De Micheli ha confermato la sua corsa: “La candidatura? Sarà con i tempi previsti dal regolamento, ma la confermo”. Mentre il sindaco di Pesaro Matteo Ricci prende tempo: “Darò il mio contributo, non è questo il momento delle candidature”.