Via libera definitivo del Senato spagnolo al disegno di legge sulla Memoria democratica, che amplia la legge sulla Memoria storica del 2007: si rafforza così il ruolo dello Stato nella ricerca dei desaparecidos della Guerra civile e della dittatura franchista, e si apre alle indagini su eventuali violazioni dei diritti umani commesse tra il 1978 e il 1983, gli anni della Transizione alla democrazia.

Il progetto di legge, voluto dal governo del Psoe del primo ministro Pedro Sanchez e di Unidas Podemos, è stato approvato mercoledì 6 ottobre con 128 voti a favore, 113 contrari e 18 astenuti, dopo un dibattito di cinque ore. I partiti dell’opposizione (Partido popular, Vox e Ciudadanos), oltre a presentare quattro veti totali alla legge, hanno avanzato molti emendamenti: in particolare, il Pp ha chiesto il mantenimento dei titoli nobiliari concessi da Franco, mentre Vox ha protestato contro il reato di apologia del franchismo, che porterà allo scioglimento delle associazioni che ancora oggi diffondono il pensiero e l’opera del dittatore. Richieste di revisione della legge, bollata come insufficiente, sono arrivate anche dalla formazione di governo: in totale cinquecento emendamenti, tutti respinti dai voti dell’assemblea.

“Questa è una legge insufficiente nel giusto, necessario e indispensabile processo per garantire l’accesso alla verità, alla giustizia e al risarcimento delle vittime della dittatura franchista”, ha dichiarato il senatore Josep Maria Reniu di Esquerra republicana, partito catalano di maggioranza, poi astenutosi per il rifiuto di un emendamento che proponeva la soppressione del titolo di Re di Spagna. Al contrario, il partito basco EH Bildu ha votato a favore: il senatore Gorka Elejabarrieta ha affermato che “la Transizione non fu un modello e non pose fine all’eredità franchista, né alla violazione di diritti umani e politici”.

I partiti di opposizione, sulla questione della Transizione, hanno dichiarato che la legge di Memoria democratica “rompe il consenso” raggiunto tra tutti i partiti nel 1978 per la pacificazione nazionale, e impone una “visione settaria” della storia. A questi ha risposto il ministro della Presidenza, Félix Bolaños García, sostenendo che si tratta di una legge “che sta dalla parte delle vittime e che avrebbe meritato un consenso più ampio: non è di sinistra o di destra, ma di pura umanità”.

L’approvazione della legge è definitiva, dato che non ha subito alcuna modifica rispetto alla versione presentata e votata dalla Camera dei deputati lo scorso 14 luglio.

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