La vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni di Legislatura del 25 settembre non ha sorpreso nessuno, dato che, prima del voto, tutti i sondaggi la davano ampiamente favorita. Eppure da noi, dove le maggioranze assolute sono quasi impossibili, considerando la frammentazione della nostra politica, la vittoria di Giorgia Meloni è uscita netta dall’esito delle urne considerando che – appena quattro anni fa – Fratelli d’Italia si collocava in una fascia che non arrivava al 5%.
Io però, che stando all’estero non potevo seguire da vicino tutta la campagna elettorale, come si può fare stando in Italia, avevo già notato nel suo programma elettorale, ascoltato in una registrazione online, una notevole attenzione ai temi sociali che invece tutti gli altri (meno il M5S) avevano invece completamente smarrito. La cosa si è ripetuta ancor meglio quest’anno, con lei, e i suoi fedelissimi alfieri, in politica da mezzo secolo, impegnati nell’esclusivo compito di rappresentare tutti coloro che in Italia trovavano indigeste le prescrizioni del dottor Draghi il quale invece, col sostegno degli alleati di governo, somministrava quotidianamente al popolo italiano – orfano di una sinistra capace e attenta ai bisogni del suo elettorato – una medicina urticante (il caso da me segnalato nel post Vitalizio e pensioni: agli ‘onorevoli’ tanti privilegi, ai comuni cittadini solo pesci in faccia non sarà forse di massa, ma è certamente emblematico di questa incredibile situazione politica!).
La sberla che si sono presi quest’anno i nostri politici da un elettorato che, per metà, ha disertato le urne, è storica! L’unica capace di schivarla è stata proprio lei la brava Giorgia. Che però a volte non mi è proprio piaciuta con quelle grida da mercato rionale decisamente inadatte a una che vuole proporsi come prima italiana alla Presidenza del Consiglio del ministri. Anzi, personalmente le sconsiglierei proprio di puntare a quella vetta, che non è troppo alta da conquistare ma è troppo difficile da mantenere, specialmente in un periodo così pieno di pesantissimi problemi come questo.
Non creda di poter raggiungere tanto in fretta quell’ “addomesticamento” segnalato dal saggista Pellizzetti, che la avverte sui rischi che corre pensando di andare a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo come gli è ora concesso nelle taverne della sua coreografica Roma.
Crede davvero sia giusto levare il reddito di cittadinanza a 500.000 concittadini che sopravvivono in qualche modo alla povertà raggiunta loro malgrado? Davvero, come mamma di una bambina piccola, pensa di abbandonare famiglie meno fortunate al loro destino senza far nulla per aiutarle?
E davvero pensa possibile sostenere una Flat Tax che, economisti quotati come Tito Boeri e Roberto Perotti, definiscono “proposta ancor più balzana di quanto avessimo osato pensare”? O continuare a sostenere una “crescita diseguale” come Carlo Cottarelli teme nel suo “fondo” del 31/08 ancora su Repubblica. E cosa farà per aiutare quelli, imprese e famiglie, che non riusciranno più a pagare le bollette della luce dopo che avranno raggiunto un incremento che segnerà il 59% a fine settembre?
L’elenco dei problemi irrisolti potrebbe continuare ancora per diverse pagine.
Sinceramente, cara Giorgia, tutti quelli che ti hanno votato pensano che ce la metterai tutta per risolverli tutti questi problemi, ma tu davvero credi di essere in grado di affrontarli e risolverli tutti insieme? Precisando che non ho nemmeno scritto i peggiori: la guerra, il Covid, il debito astronomico ecc. ecc. ! Onestamente, No, non ce la puoi fare, nessuno ce la può fare a sostenere un peso del genere.
Tu però, da capo politico della maggioranza parlamentare, puoi controllare dall’esterno il governo che avrai composto con persone di grande capacità ed esperienza. Tu disegnerai la strategia, loro sì daranno da fare per realizzare gli obbiettivi da te scelti. In questo modo potrai “pilotare la tua macchina” con minore fatica e col vantaggio di poter controllare dall’alto anche il tuo partito (possibilmente eliminando le vecchie scorie ormai inutili).
Non invento nulla di nuovo, così è disegnata nella Costituzione la nostra democrazia parlamentare. E’ il Parlamento il massimo organismo politico, decisionale e istituzionale del nostro sistema, non il governo, che infatti e costretto a dimettersi se perde la fiducia del Parlamento. Tu avrai una solida maggioranza se manterrai le promesse che hai fatto al popolo e, se saprai far questo il tuo potere decisionale, sarà molto più alto di quello del Capo del governo.