Macchine parcheggiate selvaggiamente e un’ambulanza che non ci passa (come testimonia l’immagine). Una storia di quotidianità che a Napoli, come ha denunciato la pagina Facebook “Nessuno tocchi Ippocrate” ha causato una vittima. “Per colpa di queste macchine in sosta selvaggia una donna è morta”, si legge nel post, corredato da una foto, dell’organizzazione napoletana a difesa dei professionisti del settore sanitario che spesso segnala casi di aggressioni contro i medici.

Il fatto è accaduto in salita Pontecorvo. “Le macchine sono state spostate a mano dai soccorritori – spiegano ancora sui social dall’organizzazione – L’equipaggio arriva in ritardo sul target e le manovre di rianimazione cardio-polmonari sono inutili. Complimenti”.

La pagina conclude il post con una richiesta che il fatto venga considerato “omicidio stradale”.

La morte di un’anziana ultra 80enne a Napoli non è stata causata dal presunto ritardo dell’intervento dell’ambulanza a causa di un’auto parcheggiata in sosta selvaggia spiega all’Adnkronos il direttore del 118 di Napoli Giuseppe Galano, smentendo la ricostruzione fornita dalla pagina Facebook . In realtà, sottolinea Galano, la foto è stata scattata “al ritorno dall’intervento”. Il direttore del 118 di Napoli spiega che “alla richiesta di intervento per il malore dell’anziana ha risposto una prima ambulanza non medicalizzata. Al loro arrivo la donna era già in arresto cardiaco. È stata praticata la rianimazione ed è stato chiesto l’intervento di un’altra ambulanza medicalizzata, cosa che è avvenuta. All’arrivo della seconda ambulanza i sanitari hanno proseguito con la rianimazione cardio-polmonare, ma dopo mezz’ora è stata constatata la morte della donna, ultra 80enne con altre patologie”. Al termine dell’intervento, prosegue Galano, “l’ambulanza ha lasciato l’abitazione trovando in salita Pontecorvo l’auto parcheggiata. Per poter passare, i due infermieri e l’autista hanno cercato di liberare la strada spostando l’auto parcheggiata”. Galano riconosce che “un problema di viabilità c’è sicuramente e anche noi lo abbiamo più volte evidenziato anche in contesti importanti, come il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura. Ma la donna non è morta per questo e dare una falsa notizia rischia di mettere in difficoltà tutto il sistema, per cui sarebbe meglio accertarsi prima di dare queste notizie”.

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