Oltre il 56% degli austriaci ha votato per Alexander Van der Bellen che è stato confermato alla presidenza dell’Austria. “Il mio risultato è rispettabile e oltre ogni previsione dei sondaggisti”, ha commentato il verde. Le presidenziali erano viste come una prova generale in vista delle prossime elezioni nel paese, più che come una vera sfida per Van der Bellen che ha infatti declinato gli inviti per i duelli televisivi, confidandoo che i cittadini lo rivotassero dopo i sei anni passati al potere.
Una vittoria più facile rispetto a quella delle presidenziali del 2016, ma questa volta il candidato dei verdi non ha dovuto competere con quelli dei popolari Oevp e dei socialdemocratici Spoe, che hanno deciso di lasciargli strada libera. Così l’esponente dell’ultradestra Fpoe Walter Rosenkranz ha raggiunto “solo” il 17,9%, mentre Dominik Wlazny della Bierpartei – il partito della birra – è arrivato clamorosamente terzo con l’8,4% delle preferenze. La sfida più importante per Van der Bellen era quella contro l’astensionismo: temeva che i cittadini non sarebbero andati a votare perché sicuri della sua conferma. “Ogni tornata elettorale va presa sul serio, ancora di più questa in un clima di grandi preoccupazioni”, aveva ammonito.
La sorpresa delle elezioni è però certamente Dominik Wlazny, del “partito della birra”: 35 anni, famoso cabarettista e musicista, ricopre già il ruolo di consigliere di circoscrizione a Vienna, dove è arrivato addirittura secondo. Il suo schieramento ha ottenuto le preferenze dell’elettorato giovane che non si riconosce nella destra. Buono anche il risultato di Tassilo Wallentin, candidato indipendente, che ha preso l’8,3% contando soprattutto sui voti conservatori dei cittadini lontani sia da popolari che dall’estrema destra.