In asciutto o col bagnato, Max Verstappen si prende con merito questo Mondiale. A Suzuka conquista la 12esima vittoria di stagione e il secondo titolo in carriera, arrivato però in una maniera rocambolesca. Ovvero grazie alla penalizzazione comminata a Leclerc dopo l’ultimo giro di gara, quando il monegasco, in piena battaglia con Pérez per difendere il secondo posto, taglia la chicane finale e si becca cinque posizioni di penalità. Quanto basta all’olandese per vincere, dopo la (dubbissima) decisione della Fia di concedere punteggio pieno al termine della corsa. Sono solo 29 i giri percorsi, dopo due ore di stop per la fitta pioggia sopra Suzuka, ma la decisione della Federazione è stata quella di conteggiare la gara senza punti dimezzati per la conclusione del tempo effettivo.

Red Bull fa felice la Honda – Una bella gioia anche per la Red Bull, in grado di regalare il titolo alla Honda nella pista di casa: fornitrice dei motori di Milton Keynes fino all’anno scorso, e che potrebbe ritornare nel 2026 con il cambio-regolamenti delle power unit. Verstappen si prende senza storie la vittoria compiendo l’ennesimo capolavoro, inanellando giri a non finire sull’1’47” che lo hanno portato in testa alla fine con oltre 27” di vantaggio su Pérez. Dopo aver tentato di attaccarlo al via e alla seconda ripartenza, in pochi giri Leclerc ha iniziato a perdere in media 1”2 da Verstappen e 0”6 su Pérez. Il messicano si è definitivamente fatto sotto col monegasco al 24° giro, e da lì è partito un duello in pista fino alla bandiera a scacchi. Nell’ultimo giro, con le gomme intermedie oramai del tutto consumate, il ferrarista è arrivato lungo alla chicane e non ha potuto controllare la sua auto: ha chiuso secondo, ma la penalità di cinque secondi lo ha fatto piombare al terzo posto.

La cronaca: primo giro disastroso, Sainz è già out – La gara è partita in orario, con i piloti tutte sulle intermedie. Sono però subito sorti i dubbi, date le condizioni di pista da gomme full wet e un via più consigliato dietro la Safety Car che da fermo. Al di là della battaglia in avanti tra Verstappen e Leclerc (l’olandese riesce a difendersi in staccata dall’attacco del monegasco), nel primo giro è arrivato subito il disastro: Vettel, Albon e Sainz sono finiti fuori. Il ferrarista ha perso da solo il posteriore al “tornantino”, con l’auto che ha sbattuto a muro e ha terminato la sua corsa sulla parte sinistra della pista. L’immagine è da brividi: la F1-75 ferma sul bordo, e accanto le vetture che stavano sfrecciando. Un cartellone preso da Sainz, inoltre, è finito addirittura sull’ala anteriore dell’AlphaTauri di Gasly, che non ci ha visto più nulla ma è riuscito a tornare ai box. Come faranno tutte le vetture alla fine del secondo giro, quando viene messa bandiera rossa.

La pausa di due ore, la ripartenza dietro alla Safety – Il comportamento dei commissari di pista giapponesi — ben due gru a bordo pista, con le vetture dietro alla Safety — fa esplodere di rabbia lo stesso Gasly. I ricordi vanno subito alla maledetta gara del 2014, quando Jules Bianchi, pilota Marussia e dell’Academy Ferrari, perse la vita sulla stessa pista e alle medesime condizioni (finendo sotto una gru ferma nella via di fuga, che stava rimuovendo la Sauber di Adrian Sutil). Dopo circa due ore d’attesa, la prima ripartenza delle 7.50 italiane annullata e innumerevoli giri della Medical Car, alle 9.15 le vetture sono tornate finalmente in pista per la rolling start dietro alla Safety. Il tutto con stop fissato pochi minuti dopo le 10, per raggiunti limiti di tempo delle tre ore effettive di gara.

I pit e Leclerc ostacolato al box dall’ingresso di Pérez – Quindi, il tanto atteso momento della ripartenza, con posizioni davanti invariate. Latifi e Vettel tentano il jolly delle intermedie, e la scelta è azzeccata (il tedesco al primo via era scattato 10°, finendo subito in fondo per un contatto con l’Alpine di Alonso). Da lì hanno pittato tutti tranne Alonso, Schumacher e Zhou. Lo hanno fatto anche Verstappen e Leclerc, ma il monegasco ai box è stato ostacolato dall’ingresso di Pérez nella corsia. Fatto decisivo in negativo per la gara del ferrarista, che si è ritrovato al suo ingresso dietro a Zhou, mentre Verstappen è finito davanti al cinese. Con la sosta di Alonso, i due di testa sono tornati in fretta al primo e secondo posto, seguiti da Pérez (terzo) e Mick Schumacher (ancora sulle gomme da bagnato e che piano piano è passato dagli altri piloti su gomma intermedia).

Ocon bravo in difesa su Hamilton per il quarto posto – Da lì in avanti è iniziato il crollo di prestazione di Leclerc, che ha perso in media sul giro 1”2 da Verstappen e 0”6 su Pérez. Il messicano si è avvicinato piano piano al numero 16, prendendolo al giro 24, prima del duello finale che ha portato la penalità a Charles nella chicane nota per aver deciso il Mondiale tra Ayrton Senna e Alain Prost nel 1989. Dietro, infine, è partito un altro duello: quello tra l’Alpine di Ocon e la Mercedes di Hamilton per il quarto posto, con il francese bravo a difendersi dagli attacchi dell’inglese, specie nel rettilineo prima del tornantino, e a chiudere davanti. Hanno chiuso la top-10: Vettel 6°, poi Alonso, Russell, Latifi e Norris. Ora tutti ad Austin: il GP texano del Cota in programma per il 23 ottobre.

Binotto: “Red Bull-budget cap? Mi auguro una giusta sanzione dalla Fia – Con la vittoria di Verstappen, è la 12esima volta nella storia della F1 che il Mondiale si decide in Giappone. Da Maranello, dove è rimasto per seguire lo sviluppo della monoposto 2023, Mattia Binotto ha detto di non voler fare ricorso per la sanzione finale data a Leclerc: “Non è più decisiva per questa stagione, quindi non avrebbe senso”. Ma l’augurio del team principal è che la Red Bull prenda la giusta sanzione dalla Federazione, nel caso fosse andata oltre nel budget cap introdotto l’anno scorso. Il report Fia sul famigerato tetto-spese dei team è atteso per domani, lunedì 10 ottobre: “Se hanno sforato, mi aspetto oltre alla sanzione pecuniaria anche quella che limiti lo sviluppo della loro macchina per la stagione che verrà — ha detto alla stampa italiana — perché altrimenti il divario in pista resterebbe netto”.

Binotto: “Vanno riviste alcune regole di pista con la Fia” – La volontà del 52enne ingegnere di Losanna, inoltre, è anche quella di rivedere alcune regole nei prossimi incontri con la Fia, sempre per la prossima stagione: “Il finale di Monza dietro alla Safety, le tre ore di attesa per sapere della penalità o meno di Pérez a Singapore, il punteggio pieno conteggiato oggi a Suzuka — elenca Binotto — è chiaro che serve fare maggiore chiarezza”. Un pensiero finale, quindi, va al tema-aggiornamenti e al duello contro la Red Bull in pista quest’anno: “La direttiva antiporpoising non ci ha limitato, nonostante avessimo dovuto rivedere il fondo come tutti i team. In tutta la stagione abbiamo progredito bene con gli sviluppi, loro hanno semplicemente trovato più prestazione di noi”. Anche se resta da capire come…

La polemica – Infine ai microfoni di Sky Sport Binotto ha dichiarato: “Prima di tutto bravo e complimenti a Verstappen per la vittoria, ha guidato in modo eccellente per tutta la stagione. Sulla decisione della Fia non ho voglio di commentare, questa volta hanno deciso tutto in pochi secondi senza sentire i piloti. È inaccettabile, ne parleremo nelle sedi opportune“. Ma Charles Leclerc: “La mia penalità? Penso di si, è giusta. Sono stati più bravi e più costanti, un titolo super meritato. Noi stiamo lavorando meglio, stiamo facendo dei passi avanti anche nella strategia. Ma come abbiamo visto oggi ci sono sempre dei punti su cui lavorare, nelle prossime quattro gare proveremo a farlo con l’obiettivo di vincere il mondiale l’anno prossimo”, ha aggiunto il monegasco a Sky.

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