“Don Giulio nuovo martire della Chiesa ucciso nella sua libertà”. È lo striscione – con caratteri rossi e maiuscoli – che ha aperto la manifestazione a difesa di don Giulio Mignani, il sacerdote sospeso dalla celebrazione dei sacramenti dalla diocesi della Spezia per le sue posizioni sulle coppie arcobaleno e sull’eutanasia, sull’aborto e sulle adozioni per coppie omosessuali. Il sacerdote è finito nel mirino dell’autorità ecclesiastica anche per aver detto: “Spero che un giorno si possano celebrare in chiesa matrimoni tra due persone dello stesso sesso”. Il decreto penale gli era stato notificato nei giorni scorsi e spiegava la sospensione così: “Nel corso degli anni più volte ha rilasciato esternazioni nelle quali ha ripetutamente sostenuto posizioni non conformi all’insegnamento della Chiesa”.
Erano 400 i parrocchiani che davanti alla chiesa di Santa Caterina a Bonassola hanno parlato a favore del sacerdote per cui è stato attivato il comitato #Iostocondongiulio. Prendendo la parola don Giulio ha espresso il desiderio che la giornata dedicata al dialogo e all’incontro tra le diverse religioni, appuntamento annuale iniziato nella sua parrocchia, diventi un appuntamento nazionale. “È una giornata in cui si ritrovano persone con vissuti spirituali diversi. Ci sono cristiani, atei, ebrei agnostici, buddisti. La mia consapevolezza, come quella di altri, è che ci sono diversi modi di nutrire questa dimensione spirituale. Io la vivo seguendo l’insegnamento di Gesù, altri seguendo altre vie. Vorrei che questa giornata continuasse e chiedo al comitato di organizzare altre giornate come questa e io da dovunque sarò verrò “, ha detto il sacerdote raccogliendo un lungo applauso.
“Non so quale sarà il mio futuro. Mi vedrei molto bene alla Caritas per stare al fianco dei poveri”, ha detto al termine della manifestazione. “Le tante manifestazioni di affetto mi riempiono di gioia – ha detto il sacerdote – perché forse è segno che cose buone ci sono state. Sono giorni di dolore, non nego di aver pianto. Ho cercato di seminare amore e qualcuno oggi ha detto che un albero è nato, con radici spirituali forti e sarà difficile sradicarlo. Ci saranno occasioni per farlo continuare a crescere. Ho condiviso questo pensiero con il vescovo: vedo tanti frutti positivi, se l’albero ha dato tanti frutti buoni valeva la pena tagliarlo? Non lascio il sacerdozio perché vorrebbe dire dar ragione a chi pensa che nella chiesa possa rimanere solo chi la vede omologante. Io continuerò a manifestare il mio pensiero”. Don Giulio ha chiesto poi ai suoi parrocchiani di voler bene al sacerdote che lo sostituirà e che domenica ha celebrato la messa. In molti hanno chiesto al vescovo Palletti di rivedere la sospensione.