Lo confesso, ho chiesto alla redazione del Fatto Quotidiano online di tenere questo titolo nella speranza di attirare più lettori e condivisioni (conoscendo la vostra insaziabile curiosità per le avventure del mio apparato psicogenitale), una piccola meschineria per uno scopo nobile: fare conoscere l’opera di Mario Moretti e di sua figlia Mila.
Se digitate su Google Mario Moretti, vi imbattete nel volto del famoso brigatista rosso, ma se digitate Mario Moretti drammaturgo le cose cambiano e vi imbattete nel volto di un uomo di teatro, Mario Moretti per l’appunto, che non ha mai sparato un colpo di pistola ma che ha fatto tanto per la cultura e il teatro italiano. A questo punto avrò già perso molti lettori perché a voi della cultura frega pochino, giusto? E fate male ad andarvene perché io ho fatto veramente l’amore con Mila Moretti! Solo che ci sono tanti modi di fare l’amore, “per fare l’amore non è necessario tirarsi giù le mutande” come mi disse una volta il poeta Nicolino Pompa, ed aveva ragione.
Le nostre effusioni ce le siamo scambiate facendo un video ritratto, Mila si è spogliata con coraggio davanti alla mia videocamera, mi ha donato la sua intimità e ne è venuto fuori uno dei miei film più belli, poetici e sinceri. Film che metterò alla fine di questo pezzo e che forse 4 gatti avranno la curiosità di vedere, ma che volete farci? La cultura è prima di tutto una lotta contro la vostra indifferenza, contro la vostra fretta, contro la vostra superficialità.
Vivete in un mondo fatto di bollette da pagare e di spettri nucleari, e non avete tempo di pensare all’arte. Vero? Fate male, malissimo. Senza cultura non siete niente, niente di niente. Siete solo manichini eterodiretti dalle strategie del Potere, avete perso la capacità di inventare il vostro quotidiano, avete perso la capacità di giocare contro le strategie del Potere, mettendo in atto quelle che l’antropologo Michel de Certeau chiamava tattiche.
Non possiamo sfuggire completamente all’assetto asfissiante, innaturale e antiumano che “l’organizzazione mondiale del controllo psichico” mette in atto, ma all’interno di questa prigione sociale possiamo mettere in atto delle piccole tattiche umane e libertarie, scegliendo nei reticoli del quotidiano strutturato dei percorsi imprevedibili che sfuggono (almeno per lo spazio di un sospiro) alla schiacciante pressione del controllo generalizzato. La cultura è prima di tutto una forma di resistenza all’omologazione dell’umano e delle sue infinite possibilità non ancora esplorate o già esplorate ma messe a tacere dall’indifferenza sociale eterodiretta.
Vi ho convinto? No? Non importa. Io faccio la mia parte e vi invito (per chi vive a Roma) a conoscere l’opera teatrale di Mario Moretti e di sua figlia Mila che tiene vive la memoria dell’amatissimo padre. Per essere più precisi: dal 13 al 16 ottobre allo Spazio Il Cantiere, via Gustavo Modena 32, Trastevere, Roma, ci sarà la possibilità di incontrare l’arte di Mario Moretti e di sua figlia Mila. L’evento si chiama MORETTI IN PROVA.
Se con questo pezzo riuscirò a portare anche un solo spettatore in più, avrò raggiunto il mio scopo, lo so, è una dura lotta contro la pigrizia, l’indifferenza e la superficialità, ma ci provo, a me non costa nulla, la mia parte la faccio con piacere, e la mia parte l’ho già fatta, proprio quando andai a Siena (dove Mila vive) e le feci il film che metterò a vostra disposizione alla fine di questa lettura. Ho fatto l’amore con Mila, lei ha fatto l’amore con me, e chi vedrà questo film farà l’amore con me e Mila.
Non avete tempo? Siete di corsa? Dovete scappare? Da che cosa scappate? Dalla cultura? Dalla vostra umanità? Non avete tempo? Volete saperla la verità? Sapete chi sono quegli esseri che purtroppo non hanno più tempo da perdere? I morti, sono i morti. Impossibilitati ontologicamente a perdere tempo! La cultura è perdere tempo, quel tempo funzionale e pragmatico che sta stritolando le vostre vite, per accedere a un tempo altro, sospeso, cameleontico, dove l’immaginazione regna sovrana e l’emozione vi prende per mano.
Vi ho convinto? No? Non importa, Mila, amore mio, ho fatto il possibile, ho cercato di sferzarli, ma questi resteranno a casa a guardare Gerry Scotti o Amadeus! Ormai siamo in pochi ad essere vivi, siamo pochissimi, teniamoci stretti e continuiamo a fare l’amore, con gli zombie attorno a noi che nemmeno hanno più voglia di sbranarci, sono zombie che si divorano tra di loro, sono i morti viventi che hanno fame solo della propria morte. Mila!