I due membri dello storico gruppo sono intervenuti con dei messaggi letti su Rai1 ponendo fine a una presunta polemica nata in seguito alla mancata partecipazione di Battaglia alla serata in onore di Stefano D'Orazio
“Guai a chi tocca la storia dei Pooh, divento una bestia”. Così Roby Facchinetti, con una lettera letta a Italia Sì su Rai1 pone fine alla presunta polemica sulla mancata partecipazione di Dodi Battaglia alla serata in onore di Stefano D’Orazio che si è tenuta il 25 settembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Come già spiegato in un post sui social, Facchinetti chiarisce quanto avvenuto durante la serata romana in particolare su una frase pronunciata dal palco in cui sottolineava che “per me un artista vale poco, anche se è artisticamente grandissimo, se manca dal punto di vista umano”. Affermazione che “non era in alcun modo rivolta a Dodi con il quale mi sono subito chiarito” anche se, si legge su Facebook “un giornalista ha fatto passare che con questa mia convinzione io mi riferissi a qualcuno di specifico, in particolare a uno di noi Pooh”.
Nella lettera letta su Rai1 quindi Facchinetti continua: “C’è un profondo rispetto che mi lega ai miei ‘amici per sempre‘, verso i quali provo un’infinita gratitudine fino all’ultimo mio respiro. Questa polemica non fa bene a noi e alla nostra storia, che io ho sempre difeso per 50 anni. Guai a chi la tocca divento una bestia“. Poi l’appello finale: “La nostra storia è sacra e va trattata con molta sacralità e rispetto”.
Anche Dodi Battaglia, protagonista della polemica, è intervenuto con un messaggio inviato alla trasmissione condotta da Marco Liorni: “Tutta questa storia nasce da una serata dedicata al ‘fratello’, che il pubblico ha recepito come reunion, ma che reunion non è stata, per altro per scelte non mie. I Pooh sono nel mio cuore e sempre lo saranno”. Come aveva già specificato ad agosto, l’ex chitarrista non ha partecipato per pregressi impegni personali ma ha mandato un videomessaggio per ricordare D’Orazio.