Nel corso della carriera ha ottenuto tre nominations all'Oscar e ha conquistato i più importanti risultati della sua lunga carriera artistica sulle prestigiose scene di Broadway vincendo quattro Tony Awards
Angela Lansbury, la “Signora in giallo”, è morta l’11 ottobre a Los Angeles. Avrebbe compiuto 97 anni giusto tra una settimana. 75 anni di carriera tra cinema, musical teatrali e soprattutto una fortunata serie televisiva che la rese icona attoriale in tutto il mondo. Fu nel 1983 che dopo una lunga carriera hollywoodiana accettò, contro il parere dei suoi agenti, quel Murder she wrote (in italiano La signora in giallo) che fece sfracelli in tv. La serie in cui la Lansbury recitò nei panni di Jessica Fletcher venne prodotta e distribuita per 14 anni dalla Universal Television e trasmessa dalla CBS. La serie ideata dai creatori di Colombo ebbe un successo clamoroso toccando, negli Stati Uniti, puntate con oltre 30 milioni di spettatori. La signora Fletcher, petulante e curiosa scrittrice di gialli in pensione protagonista della serie, era una donna single di quasi sessant’anni che viveva in un paesino del Maine. Invitata spesso da amici e conoscenti, sceriffi e vice sceriffi, spesso ignari che, come scherzosamente tanto pubblico italiano ironizzò, portasse un filo di sfortuna perché ad ogni sua visita veniva ucciso qualcuno. La donna solerte iniziava autonomamente le indagini e trovava il colpevole, talvolta anche in trasferte di lusso come a New York e a Londra collaborando con Scotland Yard.
Lansbury nacque nel 1925 da una famiglia alto borghese del centro di Londra da mamma attrice e da un padre leader politico prima del partito laburista inglese e poi comunista. Angela venne scoperta ancora adolescente a diciassette anni dal drammaturgo John Van Druten, e fece subito centro guadagnando nel 1944 una nomination all’Oscar come attrice non protagonista nel film di Cukor, Gaslight (Angoscia), in scena con Ingrid Bergman. Nel 1945 altra nomination per Il ritratto di Dorian Gray. Divenne presto una star del periodo d’oro di Hollywood sotto contratto per la MGM e recitando al fianco di attori come Katherine Hepburn, Judy Garland, Elizabeth Taylor, Frank Sinatra, Orson Welles e Paul Newman.
In Italia però venne apprezzata molto in un film Disney del 1971, Pomi d’ottone e manici di scopa, poi ancora nel 1991 come doppiatrice ne La bella e la bestia, e più di recente in Nanny McPhee, Il Grinch e Il ritorno di Mary Poppins nel 2018. Lansbury venne candidata quattro volte agli Oscar e ne vinse uno; otto nomination ai Tony awards e sei le vittorie; quindici nomination ai Globe e anche sei vittorie. La Signora in giallo seguendo le orme politiche di famiglia ha sempre dichiarato la sua vicinanza al Partito Democratico americano ma soprattutto al Labour britannico che lei conobbe per sua fortuna quando ancora non era diventato una dependance dei conservatori neoliberisti anni duemila. Due i figli e due i mariti avuti in sessant’anni, il primo Richard Cromwell con cui rimase unita dal 1946 al ’49 e poi Peter Shaw che le rimase al fianco dal ’49 fino al 2003 anno della sua morte, per una carriera longeva che già prima de La signora in giallo era da autentica star anglosassone in terra americana.
Per commentare il trionfo nella serie la Lansbury affermò nel 1998: “Abbiamo trovato il nostro pubblico ed è stato fedele fino alla fine“. Un programma tv come La signora in giallo ha inaugurato una nuova era della televisione con attrici femminili ad interpretare il ruolo principali. Curioso che la Lansbury sia stata nominata 12 volte agli Emmy per “Murder she wrote”, anche se non ha mai portato a casa il trofeo. “Murder, She Wrote’ mi ha dato più attenzione in tutto il mondo rispetto a qualsiasi altro ruolo che ho interpretato nei film o sul palcoscenico”, raccontò nel 2013 ricevendo un Oscar alla carriera. “È una cosa meravigliosa essere conosciuti in Spagna, Portogallo, Parigi, Francia e Germania e ovunque”.