Nel 2017 Genovese junior era stato eletto ad appena 21 anni nelle file di Forza Italia: dopo le vicende giudiziarie, il grande consenso elettorale del padre si era trasferito quasi tutto sul figlio. Cinque anni dopo, ha tentato la rielezione con Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo, raccogliendo poco più della metà dei voti, che sembravano comunque abbastanza per garantirgli un seggio. Ma l'ufficio elettorale ha cambiato le carte in tavola
Riconteggio con (brutta) sorpresa per i Genovese. La verifica del risultato delle Regionali siciliane chiesta da Cateno De Luca ha ribaltato l’esito per Luigi Genovese: resta fuori dall’Assemblea regionale siciliana il 26enne figlio del più noto Francantonio, l’ex deputato del Pd arrestato nel 2014 per lo scandalo sulla formazione professionale. L’ex sindaco di Messina, invece, ha incassato un altro deputato salendo a quota otto (lui compreso). “Ci abbiamo creduto senza mai tentennare ed è stata una vittoria bellissima! Grazie di cuore: sono onorato di poter servire ancora la mia terra”, festeggiava il giovane Luigi il 27 settembre, credendosi confermato per altri cinque anni tra gli scranni dell’Ars. Nel 2017, infatti, era stato eletto per la prima volta ad appena 21 anni nelle file di Forza Italia (per poi fondare il gruppo “Ora Sicilia”). Dopo le vicende giudiziarie, il grande consenso elettorale raccolto negli anni precedenti dal padre si era trasferito sul figlio: non a caso, se Francantonio era stato soprannominato “mister ventimila preferenze”, Luigi era stato eletto raccogliendone 17.359. Numeri quasi del tutto integri, nonostante la condanna in primo grado del padre a 11 anni (poi ridotta a sei anni e otto mesi) e il suo passaggio dal Pd a Forza Italia.
Cinque anni dopo, Luigi ha tentato la rielezione candidandosi nelle file del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo. Ma fin da subito è stato chiaro che l’abbondanza elettorale di famiglia si era dimezzata: solo 9.229 voti, comunque sufficienti – o almeno così pareva – a garantirgli un seggio. Ma De Luca, candidato alla presidenza della Regione con l’appoggio di nove liste, non ha accettato il risultato e ha fatto una mossa che ha cambiato le carte in tavola: “Non è stato presentato alcun ricorso”, sha specificato. “Sono state presentate all’Ufficio circoscrizionale delle osservazioni firmate dalla nostra delegata di lista. Gli errori riguardavano le comunicazioni del Comune alla prefettura e all’assessorato regionale. Adesso, quanto accertato dall’ufficio Circoscrizionale centrale di Messina sarà trasmesso all’Ufficio regionale”.
Al posto di Genovese junior entra a palazzo dei Normanni Alessandro Di Leo, già consigliere comunale a Messina. Uno smacco di non poco conto per Francantonio che nel frattempo è stato condannato a sei anni e otto mesi in via definitiva: la Cassazione ha infatti confermato la pena inflitta in appello per tentata estorsione ai danni dell’allora dirigente regionale alla Formazione Ludovico Albert e per due episodi di reati tributari, mentre per il reato di riciclaggio, che era stato escluso dalla Corte d’Appello di Messina, la Cassazione ha disposto un nuovo processo a Reggio Calabria. Si aspetta dunque l’esito da Reggio per il rientro in carcere di Genovese, che dopo l’arresto aveva già scontato un periodo preventivo di un anno e mezzo.